Non tutti forse sanno che il suo nome completo è Vincent Willem Van Gogh. Pittore olandese, è nato oggi a Zundert, comune del Brabante Settentrionale, nel 1853. Nonostante la grandissima fama raggiunta oggi, in vita era poco conosciuto e amato. É morto giovanissimo, a soli 37 anni… O sarebbe più corretto dire che si suicidò a quell’età, con un colpo di rivoltella. Artista tormentato e incompreso, ci ha lasciato alcuni immensi capolavori, ad eterna memoria della sua arte: pensate che realizzò ben 864 tele!
Incompreso ai suoi tempi, sembra infatti che in vita abbia venduto un solo dipinto, e precisamente il Ritratto del dottor Gachet (1890). Gachet era… lo strizza-cervelli di Van Gogh! Il dottore era, infatti, un uomo eclettico che si occupava di medicina di base e psichiatria, e a cui Vincent si rivolse dopo un periodo nell’ ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence, dietro consiglio di suo fratello Theo.
Vincent Van Gogh: le prime opere
Un’altra curiosità che forse non tutti sanno di Van Gogh, è che non era sempre stato un pittore. In effetti la sua intera carriera si concentrò negli ultimi 7 anni della sua vita: pur essendo appassionato di disegno fin da bambino, infatti, Vincent cominciò a dipingere solo attorno ai 30 anni. Le sue opere più conosciute sono quelle dipinte tra il 1888 e il 1890, pochi anni prima della sua morte. Tra questi è il dipinto La camera di Vincent ad Arles.
In realtà, è corretto dire che non si tratti di un singolo dipinto: La camera di Vincent ad Arles è infatti il nome di ben tre dipinti del pittore olandese, realizzati tra il 1888 ed il 1889. La prima (in foto qui sopra), oggi esposta al Van Gogh Museum di Amsterdam, fu eseguita nell’ottobre 1888, mentre le seconde sono particolarmente interessanti perché van Gogh le realizzò durante il volontario ricovero al manicomio di Saint-Rémy-de-Provence.
Pastore e predicatore
Ma, prima del ricovero in manicomio e prima ancora di diventare pittore, altre erano state le bizzarrie di Vincent : nel 1879 van Gogh aveva deciso di seguire le orme paterne e abbracciare il mestiere di pastore, e così si recò nelle regioni minerarie del Belgio per prendersi cura dei malati e predicare la Bibbia ai minatori. Decise di vivere come loro, in povertà, dormendo e mangiando in una baracca. E così li ritrasse nel 1885:
il quadro, a cui diede il titolo I mangiatori di patate, rappresenta uno dei soggetti da lui più amati: i lavoratori, rappresentati durante un pasto frugale a seguito di una dura giornata a zappare la terra. Un altro dei soggetti prediletti di Vincent per i suoi dipinti erano… i girasoli; forse per il ricordo del periodo di serenità che questi fiori riuscirono a conferirgli. Ad oggi i girasoli di Van Gogh sono un po’ il suo marchio di riconoscimento, ma lo fu lui stesso a rendersi conto che erano tanto riconoscibili e unici da funzionare quasi come una firma personale. Come scrisse al fratello Theo, nel gennaio 1889: “il girasole è mio”.
La convivenza con Gauguin
Nel 1888, sempre dietro consiglio del fratello, van Gogh si trasferì ad Arles, nel sud della Francia per vivere con il pittore Gauguin, amico di Theo. Sembra tuttavia che il rapporto tra i due non fosse facili e che le liti fossero frequenti, soprattutto a causa dell’instabilità emotiva di van Gogh. In un ritratto di Van Gogh fatto da Gauguin c’è forse la chiave per capire che egli aveva già in sè quel sentore che lo avrebbe portato alla morte. Il quadro di Gauguin si intitola Van Gogh che dipinge girasoli ad Arles:
Forse non c’è molta somiglianza” disse l’autore nel regalarlo a Theo “ma credo ci sia qualcosa del suo carattere interiore”.
Vincent Van Gogh : Notte Stellata
Con la sua Notte Stellata (1889) Vincent Van Gogh viene inserito nella corrente espressionistica: soggetto del dipinto è il paesaggio di un borgo, di notte e con dei colli sullo sfondo; interessante far notare come quest’opera sia stata dipinta a memoria e non en plein air come egli era solito fare. La pennellata racconta tutti il tormento della sua anima: “Spesso penso che la notte sia più viva e più riccamente colorata del giorno”, scrive Vincent in una lettera al fratello.
L’ultima follia di Van Gogh fu fatta per amore. Si dice che uno dei motivi per cui Vincent lasciò Arles e Gauguin fosse un litigio a causa di una donna : Rachele, una prostituta che lavorava in un bordello frequentato da Gauguin, e di cui Vincent era innamorato. Ed ecco il folle gesto: nel 1889 Vincent, in preda alle allucinazioni e folle di gelosia, si mozzò con un rasoio metà dell’orecchio sinistro e lo spedì a Rachele, come pegno di amore. A testimoniarlo, qualche giorno più tardi Vincent si ritrasse così:
Al di là delle leggende, Van Gogh è stato sicuramente un Artista puro, con tutti i suoi tormenti e le sue passioni, e con questi sentimenti dipingeva i suoi ritratti.
Preferisco dipingere gli occhi degli uomini che le cattedrali, perché negli occhi degli uomini c’è qualcosa che non c’è nelle cattedrali.”
(Vincent Van Gogh)