Il Mutua Madrid Open si è trasformato in questi giorni in un torneo virtuale, con l’intenzione di generare un’alternativa, sicuramente diversa ma comunque tale, al tennis giocato. 32 tennisti hanno partecipato al torneo, sostituendo alla racchetta un joystick e alla panchina del cambio campo un comodo divano, in un’avventura di quattro giorni. I vincitori? Andy Murray e Kiki Bertens. Esperimento da ripetere? Vediamo nello specifico cosa ha funzionato e cosa è andato storto.
Virtual tennis: gli aspetti positivi
Una proposta che ha aiutato ad affrontare l’emergenza in corso, poiché il montepremi viene devoluto al fondo per i giocatori in difficoltà. Il vincitore Andy Murray ha postato una foto su Instagram accompagnato da una bottiglia di champagne come simbolo della sua vittoria. Ha specificato che devolverà metà del montepremi al servizio sanitario nazionale inglese e con l’altra metà contribuirà ad aiutare i giocatori di tennis che, in questo momento di stop, non stanno vivendo un momento economico sereno.
Murray ha sconfitto in una finale combattuta David Goffin. Lo scozzese aveva già vinto due volte in passato il torneo nella carriera tennistica reale. Altro aspetto che ha reso l’edizione particolare e memorabile è la simpatica coincidenza della vincitrice femminile. Kiki Bertens, infatti, aveva vinto nel 2019 sui campi da tennis reali il Mutua Madrid Open ed è riuscita a difendere il titolo anche su playstation. Si è imposta prepotentemente sull’altra finalista, Fiona Ferro.
Tennis e videogaming
L’elemento innovativo di collegare il tennis al videogaming è servito come espediente per dirigere l’attenzione dei nativi digitali verso questo sport, cercando di instillare in loro una certa curiosità. Potrebbero essere loro gli ammiratori di tennis del domani. Ed il tutto è stato reso ancora più realistico e “giovane” dalla presenza tra i big di Tsitsipas e Shapovalov. I due, infatti, sono sicuramente vicini alle generazioni dei videogiocatori.
Trattandosi di un torneo virtuale, gli spettatori possono sentire il loro beniamino parlare durante gli scambi. Dunque, non sono mancati siparietti divertenti che hanno alimentato la voglia di seguire gli incontri. In uno di questi è stato protagonista Fabio Fognini: ei quarti di finale contro Diego Schwartzman, si è lamentato degli spostamenti lentissimi del suo personaggio virtuale. Di conseguenza, si è rivolto alla moglie dicendo: “Lui non si muove! Paga la connessione, Flavia!”
Virtual Madrid Open: cosa non ha funzionato
Le problematiche previste già all’inizio di questa prima edizione virtuale del torneo purtroppo si sono rivelate realistiche. Il gioco che è stato selezionato è Tennis World Tour per Play Station 4. Esso non ha retto il confronto con altri titoli precedenti, più amati già alla vigilia del torneo dagli appassionati di videogame. Inoltre, spesso i giocatori hanno lamentato problemi di connessione. Clamoroso il caso della semifinale maschile. Schwartzman ha praticamente consegnato l’accesso in finale a Murray per il continuo persistere di disconnessioni involontarie da parte sua, causate da una rete instabile. Certamente, una delle difficoltà è appunto quella di riuscire a connettere in maniera solida giocatori che interagiscono da diverse parti del mondo.
Il pubblico che ha seguito le varie partite ha probabilmente sofferto la mancanza di uno streaming più fluido, di fondamentale importanza in uno sport come il tennis, in cui i movimenti sono rapidi e le palline possono risultare difficili da seguire se le immagini si fermano anche per pochissimi istanti. Tanti spettatori, infatti, hanno seguito i primi incontri e hanno rinunciato alle fasi più calde del torneo.
In conclusione, si può considerare il Mutua Madrid Open Virtual Pro un esperimento che ha il merito di aver permesso di respirare tennis in un momento dove fisicamente non è ancora possibile farlo. Per un’eventuale edizione futura, sicuramente gli organizzatori terranno conto di tutto ciò che, purtroppo, non ha funzionato in questi giorni di scambi tennistici virtuali.