
Vita ordinaria di una donna di strada è il nuovo romanzo della scrittrice Maria Pia Ammirati che in poche pagine racconta con cruda freddezza la parabola di una prostituta, Nadia.
La brevitas è forse una delle caratteristiche più importanti e significative del libro, poiché ci trasmette subito l’estrema povertà ed essenzialità della vita di una ragazza, poi donna, che alla prostituzione ci arriva senza volerlo, costretta da una famiglia fin troppo all’antica, grazie anche a una sintassi asettica e apatica, priva di qualsiasi tipo di tentativo o retorica di avvicinare a lei il lettore.
Lo scopo di Vita ordinaria di una donna di strada è proprio quello di restituire con estrema lucidità, distacco e precisione l’esperienza di Nadia. Venduta a neanche diciott’anni da una famiglia che non ha saputo vedere in lei la vittima di una violenza sessuale, la sua vita è già decisa. La prostituzione sembra l’unico modo possibile di vivere per una ragazza che non ha mai conosciuto altre realtà.
Nadia prova a salvarsi da sola convincendosi che la strada possa (e debba) essere la sua dimensione, ma soprattutto che non possa esplorarne altre. Plagiata dalla povertà e dalla sofferenza, non ammette la possibilità di un’altra vita oltre il marciapiede.
Dietro il romanzo si nasconde la realtà di tante prostitute a cui non è concessa un’altra chance, a cui non sono riservati rispetto e dignità. Storie di persone trattate come merce, perché nessuno le accetterà mai come esseri umani. Uno squarcio che turba la nostra tranquillità mostrando un orrore senza fine, un tunnel che diventa sempre più buio man mano che ci si addentra nelle sue viscere, in cui l’unico biancore lo fanno le ossa delle vittime silenziose e sconosciute della prostituzione.
Chiara Cozzi
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Ph: librimondadori.it