Vittorio Alfieri nasce ad Asti il 16 gennaio del 1749. Di nobili origini e virtù, Vittorio Alfieri scopre ben presto la condizione di disagio e irrequietezza che lo portano a viaggiare in quel che si soleva definire Grand Tour.
Nonostante Vittorio Alfieri sia stato uno degli autori più stimati ed apprezzati a suo tempo o nell’ambiente accademico odierno, oggi la sua fama, per lo più, si riduce a mero ricordo di letteratura italiana da liceo.
Un vero peccato per un grande drammaturgo e tragediografo quale è stato.
Vittorio Alfieri: tra romanticismo e illuminismo
Vittorio Alfieri nasce in un periodo di snodo del 1700: tra l’irrequietezza e l’inquetitudine tipica dei romantici al razionalismo degli illuministi. Alfieri si colloca per certi versi nel mezzo di queste due tendenze, scivolando un po’ verso l’una e un po’ verso l’altra.
Ciò che è chiaro è la sua netta e chiara contrapposizione nei confronti della società.
Il suo punto cardine, il focolaio della sua ideologia risiede tutto nella forza e nel valore della libertà contro ogni forma di tirannia. Pensiero che lo porterà ad apprezzare la Rivoluzione francese per poi detestarla.
La sua continua ricerca di libertà dalla noia e dalla insoddisfazione, alla ricerca del senso esistenziale profondo, quale si rivelerà nella letteratura, lo condurrà in giro per il mondo ricalcando talvolta la fisionomia del classico giovane nobile ozioso: in cerca d’amore e divertissement.
La scoperta di se stesso attraverso la letteratura
Tutt’altro che questo quando scopre il potere della letteratura, della drammaturgia, della saggistica.
Fu folgorato al punto da dedicarvi anima e corpo in modo quasi ossessivo poiché la letteratura rappresentava l’ultimo baluardo della libertà umana.
La lettura di Plutarco fu fondamentale delineando, ormai definitivamente, la sua vena tragica. Antonio e Cleopatra è la prima, intrisa anche di venature biografiche sottolineando la catarsi che Alfieri stava subendo con la letteratura.
Si cimenterà anche nella saggistica e nella commedia, ma di grande valore accademico è la sua autobiografia Vita scritta da esso in cui narra della scoperta di se stesso e della sua vocazione letteraria.
Morirà a Firenze nel giorno 8 ottobre 1803.
a cura di Claudia Cangianiello.