Il 14 marzo del 1820 nasceva Vittorio Emanuele di Savoia, destinato a diventare primo re della Italia, figura cruciale e discussa del nostro Risorgimento a cui è dedicato il Vittoriano.
Vittorio Emanuele II
Il 14 marzo del 1820 nella splendida residenza di Stupinigi nasceva Vittorio Emanuele di Savoia, destinato a diventare primo re dell’ Italia appena riunita. Fu figura cruciale e discussa del nostro Risorgimento. La propaganda di corte lo definiva come Padre della patria o re galantuomo. La storiografica ci restituisce di lui un’ immagine diversa: un uomo brusco e assolutamente non portato alla vita di società e alla diplomazia. Con i suoi modi militareschi e la sua natura un po’ rozza fece nascere dei gossip riguardo l’origine nobile della sua nascita. Ma il pettegolezzo che fosse stato scambiato quando era in culla resta solo una ipotesi gratuita.
Poco avvezzo ai discorsi e alla vita di corte, amava la vita militare e odiava lo studio. E anche se Vittorio Emanuele non si presentava con la stessa levatura politica del suo primo ministro Cavour o di Garibaldi, gli si riconosce il un ruolo cruciale per capire il Risorgimento. A lui va il merito di aver mantenuto lo Statuto Albertino al tempo della sua elezione. E nel corso dei suoi anni di regno, firmò alcune travagliate leggi che portavano l’Italia verso una maggiore autonomia dalla Chiesa: la legge Siccardi e la soppressione di alcuni monasteri.
Vittorio Emanuele e le passioni
Sposò sua cugina Maria Adelaide, ma non fu un matrimonio d’amore anche se ebbero molti figli. Vittorio Emanuele II fu infedele alla moglie. Si dice che riusciva a tradire anche le sue amanti. E sembra che, ogni volta che tradiva la moglie, le regalava un filo di perle. Le sue avventure facevano molto gossip, e la sua amante più famosa sarà la “Bela Rosina”.
Oggi resta il dubbio se effettivamente Vittorio Emanuele II, primo re di Italia, si meriti tutte le piazze e monumenti che a lui dedicati. Tra i monumenti a lui dedicati il più celebre, e certamente anche il più ingombrante, è il Vittoriano a Roma.
Vittoriano
Il Vittoriano è quel grande edificio bianco che domina a Roma Piazza Venezia: fu voluto per le celebrazioni del 50º anniversario dell’Unità d’Italia, e dedicato a Vittorio Emanuele. Costruito sul fianco del Campidoglio, da una idea di Ettore Ferrari e Pio Piacentini su disegno di Giovanni Sacconi; in uno stile eclettico-classicheggiante, profondamente retorico, e purtroppo del tutto estraneo al contesto urbano.
Fu scelto il Campidoglio come simbolo laico della città: su questo colle di Roma sono il Palazzo Senatorio e il Tabularium simboli del potere dell’antica Roma. Tutto l’edificio è fortemente simbolico: ogni statua o rilievo del monumento sono simboli dedicati alla patria: giustizia,diritto, libertà. L’edificio vuole celebrare la potenza della nazione che li ha eretti e la rottura con la precedente urbanistica pontificia.
L’Altare della patria
Il Vittoriano è spesso indicato anche come Altare della Patria. In realtà l’Altare della Patria è solo una parte dell’ingombrante monumento, quella dedicata al Milite Ignoto; funzione che conferma nel tempio la funzione di un tempio laico consacrato all’Italia.
La statua equestre di Vittorio Emanuele II
La costruzione della statua equestre di Vittorio Emanuele II è fulcro architettonico dell’intero monumento, fu fusa con il bronzo proveniente da alcuni cannoni del Regio Esercito. Non si riesce ad avere la percezione delle dimensioni della Statua guardandola dal basso. In occasione della visita del re Vittorio Emanuele III di Savoia le autorità decisero di offrire un rinfresco. Allestito all’interno del ventre del cavallo di bronzo, a cui parteciparono venti invitati tra coloro che avevano partecipato al progetto!
I romani ancora oggi non hanno accettato pienamente questo monumento, chiamandolo con vari appellativi derisori: la macchina da scrivere oppure la torta di nozze, the wedding cake.
Vittorio Emanuele e il Vittoriano, caratteristiche
L’ampio porticato, ispirato ai grandi santuari ellenistici, come l’Altare di Pergamo e il Tempio di Palestrina, risulta discordante con l’area urbanistica circostante, nonostante alcuni eleganti particolari liberty. Questo per diversi motivi.
Primo motivo è il bianco del marmo botticino utilizzato risulta freddo e estraneo alle tinte calde riflesse dal travertino e del cotto degli edifici romani. Secondo poi le sue proporzioni sono sproporzionate e in disarmonia con gli edifici circostanti. Inoltre per far luogo al monumento furono abbattute numerosi edifici medioevali: la torre di Paolo IV, il chiostro dell’Aracoeli, numerose case del Medioevo e del Rinascimento, tra cui quella di Michelangelo Bonarroti.
Ai turisti invece il Vittoriano piace molto. Probabilmente, dopo aver visitato le antichissime rovine del Foro Romano, di così difficile lettura, ed essersi chiesti del perchè il Colosseo non viene aggiustato e ricostruito, trovano nel Vittoriano quell’ immagine di antico che si aspettano dalla romanità. La classicità e la potenza del monumento li rassicura e li conforta, senza riflettere sul divario temporale che separa questo monumento dalla antica Roma. Ma la storia va avanti, e oggi nel Vittoriano ha sede l’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, il Museo centrale del Risorgimento e il relativo archivio storico.
di M. Cristina Cadolini