Il corpo di Viviana Parisi è stato ritrovato ma questo non fa che allungare la scia delle domande sulla sua strana scomparsa e su quello che è successo a lei e al bambino.
Non c’era traccia di lui vicino al cadavere della madre e anche le testimonianze raccolte fin qui dalla procura di Patti non sciolgono il nodo.
Nessuna delle persone sentite a verbale racconta di averla vista con il piccolo quando, lunedì scorso, ha urtato un furgone sull’autostrada ed è stata vista allontanarsi a piedi dalla sua Opel Corsa. O meglio: la coppia che si è fermata a chiamare i soccorsi riferisce di aver saputo da due sconosciuti di passaggio (che si sono fermati pochi istanti) che con quella donna c’era anche un bambino, ma quelle persone non si sa chi siano né se il loro ricordo è nitido. Quindi la prima domanda è: Gioele era con lei al momento dell’incidente?
Viviana Parisi al marito Daniele aveva annunciato di voler comprare le scarpe a Gioele in un centro commerciale di Milazzo. Ma arrivata a Milazzo ha imboccato l’autostrada in direzione di Palermo e, dopo averne percorso un pezzo, è uscita a Sant’Agata. Venti minuti da qualche parte, a Sant’Agata o nei dintorni, e poi la sua auto rientra di nuovo in autostrada. Quando urta la fiancata del furgone Viviana si trova a quasi cento chilometri da casa sua, non ai pochi che sarebbero bastati per arrivare al centro commerciale. Perché si è spinta così lontano? E, soprattutto, che cosa ha fatto in quel lasso di tempo che il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, definisce come un «buco» nella ricostruzione dei fatti?
«Incidente, incontro sfortunato, atto estremo…». Il capo della procura aspetta un punto fermo dall’autopsia che potrebbe svelare dettagli in direzione dell’ipotesi di suicidio. Viviana è stata trovata ai piedi di un pilone dell’alta tensione, potrebbe essersi arrampicata per poi buttarsi giù.