La stagione 2019/2020 del volley italiano si è conclusa anticipatamente a causa dell’emergenza sanitaria, senza assegnazione dei titoli. Prima volta storica? No, almeno non in assoluto. Infatti, se è vero che al maschile non era mai successo, in campo femminile vi è un precedente: la stagione 2000/2001. Scopriamo il motivo per cui nessuna squadra femminile poté sollevare lo Scudetto.

Stagione 2000/2001 femminile: Scudetto vinto e revocato

Il campionato 2019/2020 del volley italiano verrà ricordato per sempre come il primo a non essere stato terminato. Infatti, dal 1946, prima edizione delle Serie A femminile e maschile, mai era successo che non si completasse la regular season. Quindi Scudetto sempre assegnato? Non proprio. Nel settore maschile si sono sempre assegnati titoli, mentre al femminile esiste un precedente: la stagione 2000/2001. Da sottolineare però che quel campionato venne giocato per intero, finali Scudetto comprese. La regular season della stagione 2000/01 terminò con il primo posto in classifica della Virtus Reggio Calabria, che con 54 punti riuscì a precedere Olimpia Ravenna e Bergamo, staccate rispettivamente di uno e due lunghezze. In quarta posizione giunse invece Modena (48 punti).

Queste quattro squadre si sfidarono nei Play-off scudetto: da una parte Reggio Calabria-Modena, dall’altra Bergamo-Ravenna. La prima semifinale fu vinta dal club calabrese in Gara-4, in un tie-break che azzerò ogni speranza di Modena nel passaggio del turno (3-0, 3-0, 2-3, 3-2), mentre alle bergamasche bastò Gara-3 per assicurarsi un posto in finale (3-0, 3-2, 3-1). L’atto conclusivo diede luogo ad una bella battaglia tra Reggio Calabria e Bergamo, con quest’ultima capace di portarsi in vantaggio vincendo Gara-1, salvo poi cedere nelle successive tre uscite (1-3, 3-0, 3-2, 3-1). Reggio Calabria poté festeggiare così, oltre alla qualificazione per la prossima Champions League, anche il titolo tricolore. O forse no…

Cristina Pirv: il caso dello Scudetto 2000/2001
Cristina Pirv – Photo Credit: Lega Volley Femminile

Cosa successe: il caso Cristina Pirv

Se si giocarono tutte le partite regolarmente, perché non venne assegnato lo Scudetto? Il motivo va ricercato in quello che divenne un vero e proprio caso: la controversia circa il tesseramento di Cristina Pirv. La schiacciatrice romena, dopo l’esperienza nel campionato brasiliano, era giunta in Italia alla vigilia dei playoff tra le fila di Reggio Calabria. Gli avvocati tentarono di difendere il “diritto” di Cristina Pirv di giocare per il club calabrese, ma, dopo la seconda sentenza del tribunale reggino che si dichiarò incompetente territorialmente, la decisione finale passo nuovamente agli organi di giustizia sportiva.

A quel punto, la FIPAV prese la situazione in mano percorrendo una via inedita: la non assegnazione dello Scudetto. Titolo revocato a Reggio Calabria (che poi perse anche il posto in Champions) e non consegnato a Bergamo, che pur essendo arrivata in finale rimase a bocca asciutta. Scelta coraggiosa della Federazione Italiana, che volle punire duramente il non rispetto delle regole prefissate, ponendo così fine ad una controversia trascinatasi per mesi.

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