Sapevate che è l’Italia ad essersi aggiudicata il maggior numero di statuette per il miglior film straniero? Terzo appuntamento con la rubrica settimanale di Metropolitan Magazine Italia che vi terrà compagnia fino al 24 Febbraio, quando, al Dolby Theatre di Los Angeles, andrà in scena la più attesa cerimonia dell’anno cinematografico: la Notte degli Oscar 2019.
Ventisette nomination e 13 Oscar: questo il bottino italiano negli 80 anni della cerimonia losangelina. In media una vittoria ogni due nomination, numeri da capogiro. Nell’epoca d’oro del cinema nostrano i capolavori provenienti dallo “stivale” ricevevano degno riconoscimento anche oltre oceano. Negli anni ’50 e ’60, registi come De Sica, Fellini, Rossellini, Visconti, Antonioni (solo per citare i più noti) davano lezioni al mondo intero, riuscendo anche a monopolizzare la cerimonia degli Academy Awards.
Nel 1948 viene premiato Sciuscià di Vittorio De Sica. Il premio speciale che gli venne conferito fu un primo passo verso l’istituzione della categoria dell’Oscar al miglior film straniero, ancora inesistente.
Altro giro, altro premio! Nel 1950 è ancora De Sica a trionfare, con l’ennesimo capolavoro in pieno stile neo-realista: Ladri di biciclette.
Nel 1957 si assiste alla prima edizione competitiva: per la prima volta abbiamo la categoria che premia il miglior film in lingua straniera tra una lista di candidati. Chi vinse? Ovviamente La Strada di Federico Fellini.
Trionfo per Fellini anche l’anno successivo, quando ad essere premiato fu Le notti di Cabiria. La terza statuetta per il regista riminese arrivò nel 1964 con quello che è probabilmente il suo film più famoso: 8 1/2. Non poteva mancare la terza vittoria per Vittorio De Sica che già nel 1965 ricevette questo ambito riconoscimento col suo Ieri, oggi, domani.
Un volto nuovo si affacciò sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles quando, nel 1971, tutto il mondo riconobbe il genio di Elio Petri. Con il suo capolavoro Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Petri denunciò tutto il marciume presente nei meccanismi istituzionali dell’Italia repubblicana.
Altre due vittorie dell’Oscar al miglior film straniero negli anni ’70 (1972 e 1975) per Il Giardino dei Finzi-Contini e Amarcord, rispettivamente dei soliti noti De Sica e Fellini.
Inizia un periodo di siccità che, nonostante numerose candidature, lascerà l’Italia a bocca asciutta per tutti gli anni ’80. All’inizio del decennio successivo però, avrà inizio il tanto atteso ricambio generazionale che porterà ben due oscar alle nuove leve del cinema italiano. Il primo va a Nuovo Cinema Paradiso (1990), di Giuseppe Tornatore; il secondo a Mediterraneo (1992), di Gabriele Salvatores.
Si chiude il ventesimo secolo con la (controversa) vittoria del film La Vita è bella (1999) di Roberto Benigni.
Poca fortuna per il cinema italiano nel nuovo millennio: solo due candidature (La bestia nel cuore, Cristina Comencini – 2006) tra cui una vittoria. Da quando Paolo Sorrentino nel 2014 fu chiamato a ritirare l’Oscar al miglior film straniero per La Grande Bellezza, ancora nessuna pellicola italiana ha ricevuto una candidatura. Forti erano, per l’edizione 2019, le speranze riposte in Dogman di Matteo Garrone, infrantesi contro il cattivo gusto dell’Academy.