“We Are Like Love Songs” potrebbe sembrare il disco di una boyband e invece è il nome dell’ultimo album dei Kings of Leon. A dispetto del titolo scelto però non faranno rimpiangere il loro vecchio sound che li ha sempre contraddistinti.
Il settimo album studio ha visto la luce qualche mese fa e si chiama “WALLS”, che ad una traduzione letteraria significherebbe “muri”, al di là dei quali ognuno dovrebbe sentirsi libero di fare, suonare e sperimentare ciò che non aveva fatto prima.
Ecco così che l’acronimo diventa We Are Like Love Songs, siamo come canzoni d’amore e i KOL non se ne vergognano affatto, lasciando che sia proprio l’amore il flebile filo conduttore di questo nuovo disco.
Non si spaventassero invece i vecchi fan abituati al sound prettamente rock degli album precedenti, WALLS non farà rimpiangere i classici KOL ma ce li farà vedere sotto una luce diversa.
Addio quindi alle atmosfere un po’ cupe ed introspettive alle quali il gruppo ci ha abituati? Niente più canzoni che riflettevano lo stato d’animo di vite difficili, amori turbolenti e introspezioni malinconiche?
Only by the Night e Come Around Sundown non sono poi così distanti e WALLS continua spedito sulla strada già tracciata dal precedente Mechanical Bull: meno chitarre distorte, più melodia, ballate lente, potremmo dire sound più commerciale, una sorta di pop rock ma il termine non renderebbe merito alla storia e al lavoro dei KOL, diciamo solo che adesso sembra filtrare una nuova luce sui cieli del Tennessee come un sole che illumina tutto d’amore e di ottimismo. Forse ad un primo giro di disco, perché in effetti non è proprio così.
All’ascolto potrebbe sembrare un viaggio spensierato, a volte rilassante, chitarre dal suono pulito e dolce: “Around the World” ci trascina col suo funk rock irresistibile mentre “Waste a Moment”, che apre il disco, diviene la hit in perfetto stile KOL.
Ma l’illusione dura poco, nonostante l’orecchio percepisca una musica diversa, i testi ci riportano alla realtà delle cose e il suono diventa agrodolce se ci fermiamo a riflettere sulle storie e i pensieri dei personaggi cantati dalla voce di Caleb Followill, che chiude il disco con la struggente WALLS, la quale dà il titolo all’album.
Insomma, per un attimo avevamo pensato davvero che l’amore avesse cambiato tutto ma quando “i muri vengono giù” ci accorgiamo che il mondo è sempre un posto difficile dove vivere.
Con quest’ultimo lavoro in studio, la band southern rock dei Kings of Leon sperimenta un nuovo sound meno cupo e duro rispetto a quello degli album precedenti. Il risultato è vincente e il marchio di fabbrica KOL è salvo: i vecchi fan non dovrebbero rimanere perciò delusi dalle melodie di WALLS poiché dietro a questi muri di innovazione ci sono sempre i cari e vecchi fratelli Followill.
Il WALLS Tour è cominciato alla fine di questo inverno e l’unica data italiana sarà quella del 21 giugno all’ippodromo SNAI San Siro di Milano, dove i KOL avranno come gruppi spalla (se così si può dire vista la loro longevità) gli Editors e i Jimmy Eat World, due gruppi storici ben noti al pubblico rock/indie.
MIRO PATERNO’
https://metropolitandotblog.wordpress.com/2017/03/09/walls-lultimo-disco-dei-kings-of-leon-unica-data-italiana-a-milano/