L’étoile di Wendie Renard, dalla Martinica al tetto del mondo!

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Di Redazione Metropolitan

Sarà forse quel nome a rendere chi lo porta un sognatore, capace di compiere imprese fantastiche. Se Wendy Darling, il personaggio letterario creato dalla penna dello scrittore britannico James Matthew Barrie, si era ritrovata a volare nell’azzurro dei cieli insieme a Peter Pan, allo stesso modo anche Wendie Renard, difensore e capitano dell’Olympique Lione, si sta ritrovando a vivere un’avventura altrettanto straordinaria. Non sull’ “Isola che non c’è”, ma nel panorama del calcio femminile.

Wendie Renard, la ragazzina dal “sogno sbagliato”

Lei su di un’isola c’è nata veramente. Non era una bimba sperduta, anche se crescere senza il papà non deve essere per niente stato facile. C’è il pallone però a farle compagnia, fin dall’infanzia, quando ogni giorno si reca sulla spiaggia di Le Prêcheur, comune francese d’oltreoceano situato nella parte nord occidentale della Martinica, per giocare insieme ai suoi coetanei. Tutti maschietti. E col tempo, tra un ginocchio sbucciato ed una scottatura per il sole battente, in quella ragazzina inizia a maturare un sogno: diventare una calciatrice professionista. Un sogno incredibilmente ambizioso, quanto tremendamente insensato secondo la regressa mentalità della società in cui vive. “È un lavoro che non esiste. Pensa a un’altra cosa!”, la rimprovera la maestra di scuola, quando le chiede cosa vuol fare da grande.

Poco importa, perché la madre, la sorella e la zia (che faceva e ancora oggi fa l’arbitro nelle partite dei dilettanti) sono tutte dalla sua parte e la incitano a non mollare. “Un giorno giocherò anche io in Francia!”, ripete sempre la piccola Wendie, quando guarda Les Bleus in televisione, forte del sostegno della sua famiglia. Ci sono però circa 7000 km di oceano a separarla da quella terra in cui può tentare di raggiungere il proprio obiettivo.

L’ascesa di una stella che continua a risplendere

Nel 2005 finalmente ci riesce, si trasferisce in Francia. Qui milita tra le fila del Rapid Club du Lorrain, ma un anno più tardi arriva la grande occasione. Gli osservatori dell’Olympique Lione fiutano il suo potenziale e immediatamente decidono di ingaggiarla. Tutto questo quando ha soltanto 16 anni. Il resto è una bellissima storia di successi e tanti traguardi personali. La rivalsa di chi è partita da un lembo di sabbia bianca in mezzo al Mar dei Caraibi, scontrandosi costantemente con i pregiudizi e l’ignoranza della gente del proprio Paese, per poi arrivare con sacrificio sul tetto del mondo.

Oggi Wendie Renard è uno dei migliori difensori in circolazione, dotata di ottime qualità aeree e tecniche. Una muraglia di 187 cm, difficilissima da superare, baluardo invalicabile della Nazionale francese e capitano del suo club. Nella sua bacheca personale si possono contare ben 31 trofei alzati con la maglia dei Les Gones, tra cui 7 Champions League e 14 scudetti, e un premio individuale come miglior difensore della UEFA Champions League della stagione 2019/2020.

Quella bambina esile, dalla capigliatura afro e lo sguardo speranzoso proiettato verso il proprio futuro, oggi non c’è più. Al suo posto, sotto quella folta chioma di ricci arruffati, c’è infatti una donna. Tenace e realizzata. Un’atleta magnifica, talentuosa ed esemplare. Una étoile luminosa per tutte le generazioni, gioiello prezioso non solo del calcio femminile, ma dello sport intero.

Alla fine Wendie Renard non ha dovuto combattere contro Capitan Uncino e la sua banda di feroci pirati per avere la meglio. Non ha incontrato fatine, sirene o un gigantesco coccodrillo che risuonava a tic tac lungo il suo cammino. Eppure, quella che ha tracciato fino a qui, a soli trent’anni d’età, attraverso la propria incrollabile determinazione e la stoffa della campionessa, che l’ha sempre contraddistinta, è comunque il racconto di un’avventura meravigliosa.

Bonne chance, Wendie!

TARTAGLIONE MARCO

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