Il West Virginia elegge la sua prima rappresentante transgender per un seggio del consiglio comunale della città di Wheeling. A conquistarsi il titolo è Rosemary Ketchum, giovane ventiseienne transgender con un programma audace su tempi attuali come il sostegno ai senzatetto, l’energia pulita o la lotta alla dipendenza da oppiacei.
Non è forse un caso che la sua elezione sia accaduta proprio nel mese dedicato al Pride. Lo scorso anno Rosemary Ketchum aveva già dichiarato a The Intelligencer quanto la sua campagna elettorale fosse per lei un modo di rappresentare l’inclusività. E oggi, con la rappresentazione, è diventata una conquista a tutti gli effetti.
Lo dimostra la giovane transgender anche sui social, con l’entusiasmo vivo per il suo risultato, affermando che “se nel processo si fa pure la storia, che sia“.
Per Rosemary Ketchum l’elezione non voleva essere una battaglia di genere, tanto da esitare a intraprendere il percorso politico che poteva facilmente essere travisato in un esercizio morale. Tra questi, anche il timore di non trovare spazio per “persone come lei”. Il pregiudizio si trasforma nella sensazione di non essere all’altezza. Eppure la prima rappresentante transgender non si è fermata alla paura. Anzi, la frustrazione di vedere altri elettori portare avanti le battaglie in cui lei credeva l’ha spinta a entrare in gioco in prima persona.
Chi è Rosemary Ketchum: la prima rappresentante transgender
Ventisei anni, giovane e intraprendente: Rosemary Ketchum è la prima rappresentante transgender eletta a West Virginia. La Ketchum si è laureata in psicologia ed è già direttrice associata della National Alliance on Mental Illness (NAMI) of Greater Wheeling e membro del consiglio dell’American Civil Liberties Union of West Virginia. Da circa dieci anni vive a Wheeling, la città in cui si è candidata per il consiglio comunale.
Ketchum è stata eletta martedì con il 39,3% dei voti, affermandosi sull’avversaria Peggy Niebergall e altri due candidati.
L’elezione di Rosemary come prima rappresentante transgender, ora più che mai, apre la strada a nuove convinzioni socio-politiche che inevitabilmente includono il diverso. O, ancora meglio, che incominciano a smettere di preferire la diversità all’accettazione. Rosemary diventa l’esempio per incominciare a credere possibile una convivenza differenziata anche nell’ambito politico.
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Rossella Papa