C’era una volta il West. Non si sentono più le note di un’armonica a bocca e i malinconici giri di chitarra. Quando la lama accecante di un coltello, puntato in faccia, era accompagnata da parole musicate. E i passi dell’eroe con la pistola, gli sguardi tesi, il silenzio irreale scomposto dagli zoccoli di un cavallo, era fatto di strumenti e rumori. Il mito di questa terra, rivive nel film stasera in tv, “Wild Wild West“, del 1999 del regista Barry Sonnenfeld. Non guarderemo con gli occhi di un italiano il genere western, ma prepariamoci ad una commedia comica e di fantascienza. Dove, come dice il titolo stesso, c’è molto di ‘selvaggio’: Wild. L’assenza di regole e di leggi in un ‘fantawestern’, dove il cattivo di turno Clint Eastwood, avrà carnagione scura e il fisico snodato di Will Smith.
In “Wild Wild West“, stasera in tv, assisteremo al tentativo di un uomo di legge di domare il West. Lui solo, ed una pistola impugnata. Non avrete tempo di riposare gli occhi, il sibilo di cento frecce squarcerà l’aria; incredibili effetti speciali, continui, sotto una pioggia di dardi infuocati. Questa è la scenografia che ci riporta a fine ‘800, quando due scaltri sceriffi del governo, Jim West (Will Smith) e Artemus Gordon (Kevin Kline), sono alla ricerca del perfido Dr. Loveless (Kenneth Branagh), uno scienziato che vuole assassinare il Presidente degli Stati uniti, per dominare l’America.
Will Smith e l’arte della rivoltella
Affascinante, nulla sembra fermarlo. Tutto il film gira intorno alla figura del dinamico Will Smith. Non è l’uomo in attesa di ricevere ordini, ma freme da se, come fosse alla guida di un esercito. Sullo sfondo di un’epoca violenta e sanguinaria, il nostro agente speciale, spalancherà le porte con un abile calcio, sferrerà in faccia al nemico pugni sonori da manuale di Bud Spencer. Impiegherà poco a far breccia nel cuore di una donna, e questo sarà l’unico momento del film, in cui farà raffreddare la pistola. Nella fondina.
Sa destreggiarsi Will Smith, nel pesante fardello di eroe anomalo; inconsueto volto del cinema western, duro quanto ironico. Rigira il revolver nelle mani all’impazzata. Ha stile nell’impugnatura, e non importa se non ha le spalle possenti di un guerriero, ma asciutta e macilenta la corporatura. Le carovane, il vento che solleva la sabbia ardente al primo alito, le porte di un saloon cigolanti, saranno solo un amaro ricordo. Ci imbatteremo nella Tarantola, una mostruosa macchina gigante. Una diavoleria tecnologica che pare rubata a James Bond. Da sembrare una caricatura, un carro di carnevale, al ricordo dei film di Sergio Leone.
Wild Wild West, selvaggio e impenitente
È ispirato alla serie televisiva degli anni sessanta “Selvaggio West“, ma “Wild Wild West” stasera in tv, ha la componente inaspettata e impensabile, della fantascienza. Saranno belle le coreografie delle ambientazioni interne, ricche di dettagli; e scintillanti i costumi. Ballerine, all’occorrenza, poco vestite, tra le allusioni, tipiche anche nel più sperduto villaggio western. Perché ‘tira più un pelo che un carro di buoi‘, da Buffalo Bill in poi, è il detto sempre andato di moda.
La colonna sonora del film è cantata proprio dallo statunitense Will Smith. Diventata un tormentone, è un rap, come suonato in una discoteca per cowboy. Famoso quanto tutto il film, ne è la sintesi e l’anima. Piacerà ai giovani, scatenarsi nel ballo a colpi di speroni. Dove le ammalianti dame da can can, rimarranno presto senza gonne. Lasciatevi trasportare dal ritmo convulso del pop, voi che potete orecchiare e sincronizzarvi alla cadenza psichedelica. Per tutti gli altri, più avanti in età, o esigenti di cuore, spunterà fuori il brano “Bailamos“, di Enrique Iglesias, nato dall’iconico Julio, e passionale per eredità. A riscaldare gli animi focosi, con la sola mano poggiata sullo stomaco, ci pensava suo padre.
Will Smith, l’ultimo pistolero
Niente pop corn per guardare “Wild Wild West“, che ci sazierà di musica e di turbolente sequenze in successione. Il film non ha mai ricevuto alcun premio della critica, se non, addirittura, contestazioni negli Usa per alcune battute. Will Smith non è “Il Principe di Bel Air“, l’adorabile e spassionato nipote che sprizza gioventù. Una stella puntata sul petto ci dice che è uno sceriffo. Lo sguardo malandrino è l’esempio più vicino all’uomo impavido e gangster d’America.
Ma il fascino del far west è senza tempo. Qualcuno sghignazza, la tensione è palpabile, e c’è l’eco tra le dune. Anche in versione metropolitana e moderna, il cinema di cacciatori di taglie, di eroi, di banditi, di duelli e di razzie, è pur sempre una favola. Che inizia con quel ‘c’era una volta‘, e che importa se un po’ bugiardo e sornione. Eppur, resta, una carovana carica di speranze e illusioni.
Federica De Candia per MMI e Metropolitan cinema. Seguici!