La città di Wuhan, l’epicentro del coronavirus, ha rielaborato i dati sui contagiati e sui morti, aumentando i primi di 325 unità, portando il totale a 50.333, e di 1.290 i secondi, per un totale di 3.869 morti. I dati disponibili fino a ieri riportavano invece 2.535 vittime.
Secondo i media locali, la “revisione è conforme a leggi e regolamenti, e al principio di essere responsabili verso la storia, le persone e i defunti”.
Le autorità hanno affermato che la revisione è stata effettuata al fine di includere i pazienti che non sono stati curati negli ospedali e sono deceduti in casa, poiché le strutture mediche hanno dovuto far fronte a una carenza di risorse durante le prime fasi dell’epidemia.
Secondo quanto riporta l’ANSA, le discrepanze nei dati “sono dovute ai seguenti motivi: in primo luogo, un numero crescente di pazienti nella fase iniziale dell’epidemia ha travolto le risorse e la capacità di ricovero delle istituzioni mediche”. Poi, alcuni decessi sono accaduti a casa in assenza di cure negli ospedali. Terzo, a causa di un rapido aumento di ospedali designati per il trattamento delle infezioni, tra quelli amministrati dai ministeri, dalla provincia dell’Hubei, dalla città di Wuhan e dai suoi distretti, non tutti collegati “alla rete di informazioni sull’epidemia” non riuscendo a comunicare i loro dati in tempo. Infine, “le informazioni registrate di alcuni decessi erano incomplete e c’erano ripetizioni ed errori nelle segnalazioni”.
In totale, i dati ufficiali cinesi riportano 83.756 contagiati e 4.636 morti; questo nuovo aggiornamento riapre le polemiche relative alla veridicità dei dati cinesi, apparsi inverosimili dopo lo scoppio dell’epidemia in altri paesi, Usa e Italia in testa, che hanno riportato numeri ben superiori.
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