Zendaya rivela che per le scene di sesso, in Challengers, avevano l’intimacy coordinator: cosa vuol dire

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Di Alessia Spensierato

Il sesso è sicuramente un tema presente nel film e quando c’è fa sempre parlare di sè. Per girare quelle scene, come dichiarato dalla stessa Zendaya, hanno ricevuto il supporto dell’intimacy coordinator. 

“Avevamo un coordinatore dell’intimità che è stato fantastico e molto utile, perché era importante che ci sentissimo al sicuro – ha raccontato l’attrice a The Hollywood Reporter – “Ho parlato con i miei colleghi in modo da trovare un modo per sentirci a nostro agio. Abbiamo giocato a tennis insieme, siamo usciti insieme, abbiamo provato insieme. Siamo riusciti a legare e a sentirci bene l’uno con l’altro”.

Arrivata sui set in Italia da poco, il ruolo della figura del coordinatore intimo è chiaro già nel nome: ha il compito di coordinare e quindi vigilare sulle scene di sesso, intime, per accertarsi che non creino disagio nei protagonisti della scena.

Intimacy Coordinator: cosa vuol dire e cosa fa

Quella dell’intimacy coordinator è una delle professioni più recenti del cinema, un profilo che si è plasmato e affermato soprattutto dopo la rivoluzione del #MeToo, il movimento che da Hollywood ha invocato maggiore sicurezza e trasparenza sui set e nei delicati momenti del casting. “La nostra funzione è mitigare i rischi che si corrono provando o girando una scena con contenuti d’intimità”, sintetizza Luisa Lazzaro, artista angloitaliana, una delle prime intimacy coordinator a operare in Italia, attualmente impegnata in alcune produzioni Netflix, tra cui Supersex, la serie con Alessandro Borghi, prevista entro la fine del 2023 e liberamente ispirata alla vita e alla carriera della pornostar Rocco Siffredi.

A sdoganare la presenza dell’IC sono state produzioni prestigiose come Euphoria, Il trono di spade, Normal people e Sex education, ma ora anche in Italia il Protocollo contro gli abusi durante i casting, appena sottoscritto dalle rappresentanze dei direttori di casting, degli attori e degli artisti dello spettacolo, richiederà la sua presenza in tutti i provini in cui sono previste scene di sesso. Vittoria Puccini, presidente di Unita, il sindacato degli attori, ritiene la sua introduzione “necessaria, anche sui set italiani”. Oltre a dialogare con attori, regista e maestranze affinché tutti sul set si sentano al sicuro, fisicamente ed emotivamente, l’IC può aiutare il regista a coreografare amplessi e scene di erotismo perché risultino credibili. Non è un caso se gran parte dei professionisti di questo settore ha un passato da ballerini o coreografi: “Movimento e schermo sono due mie passioni”, conferma Luisa Lazzaro, che partecipa a una delle sessioni del percorso di mentoring di Becoming maestre, ideato e creato da Accademia del cinema italiano – Premi David e Netflix e destinato alle giovani professioniste del cinema. “Vengo dal mondo della danza e ho un master in Screendance (il genere audiovisivo che ha come oggetto la danza): l’idea di poter contribuire a un processo creativo tutelato mi ha spinto a candidarmi per un corso di formazione organizzato da Safe Sets in collaborazione con Netflix, che alla fine mi ha portata a lavorare in Italia”.