Oggi è considerato un vero e proprio Dio sceso sulla Terra. Ma la sua storia non è affatto iniziata sulle alte pendici del monte Olimpo, tra sfarzi e fasti di ogni genere, anzi. Zlatan Ibrahimović non ha sconfitto il mostro Tifone, schiacciandolo sotto il peso di una montagna, né a lui si deve la fondazione della città di Tebe in Beozia. Ma, nonostante questo, sono molte altre le curiosità legate alla sua “divina” figura. A partire da un’infanzia particolarmente difficile, fino al raggiungimento della sua definitiva consacrazione nel mondo del calcio. Eccone qui alcune.

Zlatan Ibrahimović
Zlatan Ibrahimović (fonte: milanlive.it)

Un’infanzia spaventosa

Ibrahimovic nasce a Malmö in Svezia, crescendo nel terribile ghetto di Rosengarden, tra povertà, fame, maltrattamenti e problemi familiari legati all’alcol e alla droga. Il tutto condito dai continui interventi da parte della polizia e degli assistenti sociali. I suoi genitori sono jugoslavi immigrati. Il padre, Sefik Ibrahimovic, è un muratore di origine bosniaca, che beve un po’ troppo. La madre, Jurka Gravic, è invece croata, fa le donna delle pulizie, ed è spesso assente. Nella sua biografia “Io, Ibra” lui stesso racconta: “Ogni tanto mia madre perdeva il lume degli occhi e ci picchiava con il mestolo di legno. A volte accadeva che il mestolo si rompesse. Allora dovevo andare a comprarne uno nuovo, come se fosse stata colpa mia a farla picchiare così forte”. Oppure: “Spesso tornavo a casa con una fame da lupo e, mentre aprivo il frigorifero, pregavo Dio che ci fosse qualcosa da mangiare”. Dopo il divorzio dei suoi, la situazione peggiora ulteriormente. Il piccolo Zlatan si ammala, riportando una grave sindrome di emaciazione, con una impressionante perdita di peso. Da qui in poi il giovane svedese comincia a frequentare ambienti e compagnie pericolose, tra furti di biciclette e dolci, forgiando quel tipico ego così aspro, sfacciato e tracotante, che lo contraddistinguerà per tutto il resto della sua vita. Soltanto il calcio riuscirà a salvarlo da questo contesto di assoluto disagio.

Ibrahimovic è anche un verbo

In Svezia Ibrahimovic ha addirittura conquistato le pagine dei dizionari, diventando un nuovo vocabolo della lingua comune, ufficialmente riconosciuto. Nel 2012 infatti lo Sprakradet, l’ente custode della lingua scandinava, nello stilare una lista di 40 nuove parole da introdurre nell’uso corrente, ha inserito tra queste anche il verbo “zlatanare” (in svedese “zlatanera”), il cui significato si avvicina a quello italiano di “dominare” o “fare qualcosa usando la forza”. Niente di più appropriato, tenendo conto del suo mansueto carattere!

L’incubo

Ibrahimovic è uno straordinario professionista e, sebbene non abbia mai vinto il Pallone D’Oro per le sue strabilianti doti, la ricerca della perfezione in ogni dettaglio è per lui un obiettivo fondamentale. Anche quando dorme, a sentire la bizzarra rivelazione di Adrian Mutu, che fu suo compagno di stanza, quando i due militavano insieme tra le fila della Juventus. “Ibra è ossessionato dalla perfezione, anche mentre dorme. Una volta, nel cuore della notte, si è svegliato e, agitatissimo, si è messo a urlarmi: ‘Adi, sveglia! Ho avuto un incubo. Ho sognato che Cristiano Ronaldo era più forte di me!’“. E forse, più che un incubo, si è trattato di un semplice sogno profetico, se vogliamo mettere il dito nella piaga a proposito di Palloni D’Oro.

Chi è l’idolo di Ibrahimovic?

Ronaldo. Questa volta non Cristiano, ma il Fenomeno. “Il vero Ronaldo è solo il brasiliano. Per me è stato il calciatore più completo: ogni volta che toccava il pallone succedeva qualcosa: era il calcio perché era il giocatore che ognuno sognava di essere ed un grande esempio. Volevo essere come lui”. Basti ricordare quello sguardo di profonda ammirazione e rispetto, che Ibrahimovic riservò proprio al fuoriclasse brasiliano quando se lo ritrovò davanti come avversario, con al tempo la maglia rossonera addosso, proprio in occasione di un Derby tra Milan ed Inter.

La foto dei piedi

L’abbiamo vista anche sul suo profilo Instagram. Ma la foto in primo piano dei grandi piedi di Ibrahimovic compare anche all’ingresso della sua villa a Malmö, accanto alle sue altre numerose gigantografie autocelebrative. E come mai? Presto detto. “Perché metti una foto così schifosa in una casa così bella? Sono loro che pagano tutto questo”. Ipse Ibra dixit.

I piedi di Ibrahimovic
La foto dei piedi di Ibrahimovic (fonte: varesenews.it)

Insomma, un talento indiscutibile, una smisurata considerazione di se stesso, un passato di sofferenze, sacrifici e duro lavoro hanno reso Zlatan Ibrahimovic la leggenda, o meglio, il Dio che tutti oggi conoscono. Dio Zlatan.

Tartaglione Marco

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