Zombie, fumetti e società. Alcuni autori, prima di The Walking Dead, hanno utilizzato gli zombie come simbolo con cui veicolare dei messaggi nei confronti della società e con una forte valenza morale. In questa sede rispolvereremo l’opera di alcuni di questi.

Gli zombie hanno invaso vari media comunicativi: dal cinema, con capolavori come La Notte dei Morti Viventi di George A. Romero e Zombie 2 di Lucio Fulci; ai libri, con opere come Cell di Stephen King e antologie come Il libro dei morti viventi; fino al mondo videoludico con opere come la serie di Resident Evil o The Last of Us. Quest’oggi affronteremo il legame tra zombie e fumetti, e lo faremo parlando di alcune opere emblematiche.

Dylan Dog – L’alba dei morti viventi di Tiziano Sclavi

(Copertina di Dylan Dog – L’Alba dei Morti Viventi)

Iniziamo con una delle glorie nostrane: Dylan Dog. Tiziano Sclavi, con Angelo Stano alle matite, decide di iniziare nel 1986 la fortunata saga dell’investigatore dell’incubo con un’episodio che voleva, senza mai nasconderlo, elogiare L’alba dei morti viventi di George A. Romero.

(Dettaglio di una tavola di Dylan Dog: L’Alba dei Morti Viventi)

La storia è molto semplice: una donna si reca da Dylan Dog affinché lui indaghi sulla storia del marito da lei ucciso per legittima difesa, il quale – stando al racconto della donna – sarebbe risorto dalla morte prima di aggredirla. Da questo momento in poi, accompagnati dall’immancabile ironia del compagno Groucho, seguiremo il nostro trio verso la soluzione dell’enigma.

(Dettaglio di una tavola di Dylan Dog: L’Alba dei Morti Viventi)

Tiziano Sclavi utilizza gli zombie solo come un pretesto, tanto che comparirà nel fumetto più volte il riferimento alla frase resa celebre dai film cult di Romero, “Quando l’inferno sarà pieno i morti cammineranno sulla terra”, per portare la storia verso quello che sarà poi la linea guida di tutto il fumetto: l’incontro tra Dylan Dog e il Diavolo.

(Dettaglio di una tavola di Dylan Dog: L’Alba dei Morti Viventi)

L’incontro e il rapporto tra Dylan e costui, il quale altri non è che il compagno di esperimenti del defunto marito della protagonista femminile, seguono la trama tipica dei racconti mitologici con protagonista il diavolo: il diavolo sta per compiere dei misfatti ai danni di una o più persone; in risposta a questo una persona si alza tra tutti pronta a sfidare il diavolo; i due ingaggiano una sfida alla quale il diavolo è convinto di poter vincere ad occhi chiusi; l’eroe (a volte dipinto anche come un anti-eroe) riesce ad ingannare il diavolo con astuzia; il diavolo accetta la sconfitta, ma condanna a una vita in bilico colui che lo ha ingannato.

(Dettaglio di una tavola di Dylan Dog: L’Alba dei Morti Viventi)

Toe Tags di George A. Romero

(Copertina del primo episodio di George A. Romero “Toe Tags: The Death of Death”)

Toe Tags, miniserie di sei numeri firmata da George A. Romero, esce sulla collana pulp della DC nel dicembre del 2004. La DC dà la possibilità a Romero di sfoggiare la propria abilità come sceneggiatore e gli dà mano libera sul tema di zombie e fumetti.

(Dettaglio di una tavola del primo episodio di Toe Tags)

La storia segue le vicissitudini di Damien (che almeno in me rievocava un po’ il Demian di Hesse), scienziato diventato uno zombie cosciente dopo un’operazione salvavita da parte del suo mentore. Lui e i suoi compagni di avventura vivono in un mondo dove gli zombie popolano ormai il mondo e con la loro orda cercano di sopravvivere e mangiare, intanto dall’altra parte l’esercito degli Stati Uniti cerca di fermarli guidato da un tracotante esemplare di essere umano che riempie la sua prominente pancia mentre dà ordini ai suoi uomini.

(Tavola del quarto episodio di Toe Tags)
(Attila, capo dell’orda di Zombie, comunica il suo disappunto a Rasputin, suo consigliere zombie, dettaglio di una tavola del primo volume di Toe Tags)

Damien, novello Frankenstein, Prometeo-zombie a fumetti, dubbioso su quale sia il suo ruolo in questo mondo, finisce per svelare gli inganni degli uomini agli zombie, restituendo dignità all’orda di questi. Zombie feroci, ma guidati solo dalla volontà di sopravvivere in un mondo che non li vuole e non se li aspetta.

(Dettaglio di una tavola del primo volume di Toe Tags)

Anche questi zombie a fumetti, come in tutte le opere di George A. Romero con zombie protagonisti, rappresentano il popolo rivoluzionario contro il potere bellico capitalista, tanto che – nella tavola che segue – non si può non riconoscere La Libertà che guida il popolo di Eugène Delacroix.

(Dettaglio di una tavola del terzo volume di Toe Tags)

Blackgas di Warren Ellis

(Copertina di Blackgas)

Chiunque conosca il mondo dei fumetti conosce di sicuro anche Warren Ellis, noto sceneggiatore e scrittore a tutto tondo. Nel 2006 Ellis fa uscire il suo fumetto Blackgas, in cui – sulla linea del’uso fattene da George A. Romero – gli zombie diventano un mezzo attraverso cui fare critica sociale.

La storia è abbastanza semplice (e forse anche un po’ già vista): un giovane ragazzo porta sul’isola vulcanica natia la fidanzata, per farla conoscere ai genitori, e da lì a poco un fumo nero comincia a diffondersi in seguito a una piccola eruzione. Codesto fumo nero infetterà la maggior parte della popolazione spingendola a seguire gli istinti più feroci.

(Copertina alternativa di Blackgas)

In questo fumetto non è tanto la storia a farla da padrone, ma le immagini, che nell’arco temporale di una sola tavola sono in grado di trasmettere una riflessione sulla nostra società grazie all’inversione dei ruoli (e dobbiamo ringraziare il disegnatore Max Fiumara). Di seguito ne riporto alcune.

Nella prima vediamo dei dipendenti di fastfood nutrirsi dei corpi grassi di alcuni avventori.

(Tavola del secondo volume di Blackgas)

Nella tavola che segue vediamo la madre di uno dei protagonisti vedere in suo figlio una fonte di sostentamento.

(Dettaglio di una tavola del secondo episodio di Blackgas)

La seguente tavola mostra delle ostetriche e delle infermiere mentre dilaniano e si nutrono di neonati.

(Dettaglio di una tavola del terzo episodio di Blackgas)

Di seguito un’immagine di una prostituta divorata da un cliente.

(Tavola di Blackgas 2)

Empire of the Dead di George A. Romero

(Copertina del primo numero di Empire of the Dead)

Dopo la prima avventura con la DC, di cui abbiamo parlato sopra, George A. Romero si rimette all’opera con degli zombie a fumetti per la Marvel nel 2014. Così nasce Empire of Dead, opera fumettistica divisa in tre atti, che ci riporta nel mondo moraleggiante degli zombie rivoluzionari.

(Tavola di Empire of the Dead)

La storia è ambientata pochi anni dopo le vicende dei film La Notte dei Morti Viventi e L’Alba dei Morti Viventi, in un mondo dove si aggiungono alla storia dei personaggi che, per quanto facciano parte del panorama cinematografico di Romero, non sono mai apparsi nei suoi film zombie: i vampiri. In questo mondo i vampiri costituiscono l’élite al potere senza scrupoli, contro cui sia gli zombie che i vivi si oppongono. In questo volume ritroviamo una forte critica alla militarizzazione – sia quando a far uso poco cosciente delle armi sono gli organismi paramilitari che la Militia made in USA – e un inno al raziocinio contro il seducente potere dei privilegi.

(Dettaglio di una tavola del primo atto di Empire of the Dead)

In questo mondo dove gli zombie sono il carbone necessario per il panem et circenses del popolo, si muove l’onda inesorabile di Romero: gli zombie a fumetti colpiscono ancora.

(Tavola del secondo episodio del primo atto di Empire of the Dead)

E direi che, in nome degli zombie a fumetti rivoluzionari stile George A. Romero, possa lasciare voi lettori con questa copertina tratta dal secondo atto di Empire of the Dead, dove il fuoco divampa intorno a uno zombie con una molotov.

(Copertina del secondo atto di Empire of the Dead di George A. Romero)

A cura di Eleonora D’Agostino