1 marzo sciopero della scuola contro Draghi

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Di Redazione Metropolitan

1 marzo, sciopero della scuola contro il governo Draghi. Nella giornata di oggi è stato indetto uno sciopero nazionale della scuola per protestare contro il possibile prolungamento del calendario scolastico fino al 30 giugno paventato dal capo del governo Mario Draghi.

No al termine delle lezioni il 30 giugno

Lunedì 1 marzo 2021 l’Organizzazione sindacale SISA, Sindacato Indipendente Scuola ed Ambiente, ha indetto uno sciopero nazionale. Sono invitati a partecipare allo sciopero tutto il personale docente e dirigente, sia di ruolo che precario, ma non il personale ATA. Obiettivo dichiarato dello sciopero è il possibile prolungamento del calendario scolastico al 30 giugno, eventualità ventilata dal governo presieduto da Mario Draghi. Come si può leggere sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione, lo sciopero è stao annunciato nel mese di febbraio.

Il governo Draghi

Il governo Draghi riteneva possibile l’eventualità del prolungamento del calendario scolastico al 30 giugno 2021, anche se, concretamente non vi è stata alcuna azione a sostegno di tale ipotesi. Anzi, il neo eletto Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, non ha rilasciato alcuna dichiarazione a riguardo lasciando il calendario scolastico sostanzialmente inalterato.  

1 marzo, sciopero della scuola. Cosa chiede il sindacato

Il sindacato SISA si dichiara contraria “Alle politiche di stampo liberista”, che hanno portato il premier Mario Draghi a proporre un prolungamento del calendario scolastico fino al 30 giugno, ritenuto assolutamente “arbitrario”. Oltre a ciò si accusa il nuovo esecutivo di “disconoscere la DAD realizzata a costo di enormi sacrifici da parte di docenti e studenti, prolungando arbitrariamente le lezioni fino al 30 giugno”.

1 marzo, sciopero della scuola. Decisioni finali

Al momento, è bene precisarlo, alcuna decisione è stata presa riguardo l’eventuale prolungamento del calendario scolastico al 30 di giugno. Qualora tale modifica venisse approvata, riguarderebbe soltanto la scuola primaria e con una finalità ben precisa, ovvero quella di recuperare la dimensione sociale perduta. Non riguarderebbe la scuola secondaria di primo e secondo grado, poiché le date per gli esami di terza media e per la maturità, sono già stati fissati.

Stefano Vori