Sono trascorsi esattamente 20 anni da uno degli attacchi terroristici che ha sconvolto il mondo: l’attentato alle torri gemelle. I responsabili dell’attacco furono i membri dell’organizzazione terroristica sunnita, chiamata Al-Qaida, capitanata da Osama Bin Laden. Le ripercussioni furono molto dure, gli americani attaccarono l’Afghanistan per sradicare il regime talebano. A oggi il regime talebano si è rinstaurato in Afghanistan, esattamente a vent’anni dalla tragedia. Ripercorriamo insieme ciò che accadde quella drammatica giornata.
11 Settembre 2001, il drammatico giorno dell’attentato
Erano le 8:45 del mattino quando i 19 terroristi dirottarono un Boeing 767 dell’American Airlines con 76 passeggeri su Lower Manhattan, l’aereo si schiantò sulla facciata della torre nord. In Italia erano le 14:46. Subito iniziarono le operazioni di soccorso, ma 17 minuti dopo un secondo Boeing 767, operato dalla United Airlines, si schianta sulla torre sud. In nemmeno un’ora entrambe e torri, le famosissime Twin Towers, crollano uccidendo chiunque fosse nelle torri, i soccorritori e chi si trovava nelle vicinanze.
Ma la lunga giornata non terminò con l’attacco alle due torri. I terroristi avevano altri due obbiettivi: il Pentagono e il Campidoglio, quest’ultimo non venne portato a termine.
Alle 9:37, dopo lo schianto del secondo aereo, un Boeing 757 di American Airlines precipita sulla facciata ovest del Pentagono, la sede dell’esercito Usa. I coraggiosi passeggeri sabotarono l’attacco al Campidoglio. L’aereo si schiantò alle 10:03 in Pennsylvania, a 200 chilometri dall’obiettivo che avrebbe dovuto distruggere.
I crimini d’odio: una dura reazione dell’opinione pubblica statunitense
Conosciamo ciò che accadde dopo gli attentati: nel 2011 con un blitz gli USA riuscirono a eliminare Bin Laden, nascosto in Pakistan. In ricordo dei quell’undici settembre, lo Stato fece costruire numerosi monumenti commemorativi per ricordare le numerosissime vittime. Gli attentanti, oltre a un forte malumore e tristezza in tutto il mondo, lasciarono, nei mesi successivi, un’ondata di odio verso la popolazione araba e musulmana americana.
Gli americani di origine mediorientale, i musulmani e gli immigrati soffrirono di molestie verbali. Furono particolarmente coinvolti gli uomini sikh, che vestono un turbante, divenuto un elemente di stereotipo negli Stati Uniti. Cittadini americani attaccarono moschee e un tempio induista, numerose furono le aggressioni e si arrivò anche all’omicidio. Il 15 settembre venne ucciso Balbir Singh Sodhi, dopo essere stato scambiato per un musulmano. Molte organizzazioni islamiche organizzarono raccolte di sangue e fornirono assistenza medica, cibo e alloggio alle vittime dell’attentato, ”incoraggiate” dallo Stato. Per prevenzione e scongiurare nuovi attacchi alle forze dell’ordine gli era permesso usare la forza in modo arbitrario.
Un’altra faccia della medaglia a cui non si è soliti pensare. L’attentato portò un dolore universale.
Federica Tocco
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