L’11 settembre 2001 resterà per sempre una data storica per ognuno di noi. Chi all’epoca era sufficientemente grande, ricorderà cosa stava facendo in quel pomeriggio di fine estate, quando le immagini delle Torri Gemelle in fiamme fecero irruzione nei palinsesti televisivi. Furono momenti difficili, di angoscia, di apprensione. Nessuno, in quel momento, era consapevole del fatto che il mondo stesse cambiando. Quattro aerei, come quattro bombe, dirottati da diciannove terroristi, misero in ginocchio una nazione che era considerata inattaccabile. Tremila morti al momento, centinaia successivamente a causa delle malattie sprigionate dai fumi degli incendi, migliaia di feriti, senza contare gli innumerevoli danni economici.

Antefatti

Colui che pianificò nel dettaglio gli attentati, fu Khalid Shaykh Muhammad – membro di Al Qaeda – con la supervisione di Osama bin Laden. Gli attacchi vennero pianificati anni addietro e vennero esposti da Muhammad a bin Laden cinque anni prima dell’attuazione. Nel 1999, subito dopo gli attentati alle ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania, bin Laden approvò definitivamente il piano affidandogli il compito dell’organizzazione, finanziando l’operazione e contribuendo alla selezione dei dirottatori.

Gli attentati – L’attacco al World Trade Center

La mattina dell’11 settembre 2001 diciannove dirottatori entrarono in azione intorno alle 6, ognuno con un compito ben preciso. A New York era una giornata lavorativa come tante altre, sole e cielo limpido erano i particolari di quel martedì di fine estate. Alla fermata metro del WTC ogni 90 secondi arrivava un treno carico di persone che si recavano sui posti di lavoro (la maggior parte all’interno delle Torri), ma anche turisti.

Tutto cambia alle 8.46, quando il volo American Airlines 11 viene fatto schiantare contro la Torre Nord del World Trade Center (WTC 1). L’aereo – un Boeing 767 – decollato da Boston e diretto a Los Angeles con a bordo 92 persone incluso l’equipaggio, si schiantò tra il 93° e il 99° piano a una velocita di 750 chilometri orari. L’allarme scatta immediatamente anche se le prime notizie sono ovviamente confuse: si parla di incendio, poi di tragico incidente aereo. L’ipotesi della fatalità viene cancellata diciotto minuti più tardi: il volo United Airlines 175 colpisce infatti la Torre Sud (WTC 2) tra il 77° e l’85° piano. A bordo del velivolo 65 persone equipaggio compreso. Si tratta del più grave disastro su suolo americano.

L’attacco fu al simbolo del potere economico, le Twin Towers, sedi di importanti banche, della Borsa mondiale del petrolio e della Borsa per i metalli preziosi. Migliaia le persone presenti in entrambi gli edifici. In molti non riuscirono a sopravvivere, deceduti dopo essere rimasti intrappolati all’interno degli uffici, ma anche a causa delle temperature elevate e dei successivi crolli. Non ci fu nulla da fare per le persone presenti nei piani al di sopra dell’impatto degli aerei, che non vennero salvate a causa delle dense nubi di fumo sprigionate dagli incendi, rendendo così impossibile il salvataggio tramite elicotteri. Si stima che circa 200 persone si lanciarono dalle finestre dei grattacieli pur di non finire arse vive. Oltre alle Torri, l’attentato distrusse gli altri cinque edifici che componevano il World Trade Center, tra cui il Marriott Hotel.

Alle 9.58 la Torre Sud crolla in diretta televisiva mondiale cinquantacinque minuti dopo l’impatto con l’American Airlines 175. Circa mezz’ora più tardi lo stesso destino spetta alla Torre Nord, il primo edificio ad essere colpito. I media definiscono il lasso di tempo tra l’impatto del primo aereo e il crollo della Torre Nord “I 102 minuti che sconvolsero il mondo”. L’isola di Manhattan è completamente coperta da dense nubi di fumo. Uno scenario di guerra appare agli occhi dei soccorritori: macerie e detriti ricoprono infatti strade ed edifici limitrofi.

Le Torri Gemelle furono già teatro di un attentato avvenuto il 26 febbraio 1993, quando un furgone-bomba venne fatto esplodere nel parcheggio sotterraneo del WTC. Anche all’epoca l’obiettivo era quello di far crollare le Torri.

The Falling Man – Foto di Richard Drew

Il Pentagono

Il terzo aereo, un volo American Airlines 77, colpisce la facciata ovest del Pentagono (sede della Difesa degli Stati Uniti) alle 9.37, 51 minuti dopo l’attacco alla Torre Nord. A bordo 64 persone compreso l’equipaggio. Cinque i dirottatori. Al momento dell’impatto erano presenti all’interno dell’edificio 18mila persone e 125 di loro rimasero vittime dell’attentato.

Quarto aereo

Il quarto aereo cadde nelle campagne della Pennsylvania, nei pressi di Shanksville, ad alcuni chilometri da Pittsburgh. Il volo, United Airlines 93, fu l’unico che non colpì l’obiettivo prefissato. Secondo la Commissione d’inchiesta sull’11 settembre, i possibili bersagli erano il Campidoglio o la Casa Bianca. Alcuni passeggeri del velivolo decisero di ribellarsi ai terroristi provando a riprendere il controllo del mezzo, dopo aver saputo in via telefonica che altri aerei furono dirottati per missioni suicide.

L’ala ovest del Pentagono colpita dal volo AA77

Conseguenze

Dopo l’11 settembre 2001 fu molto alto il desiderio di vendetta da parte degli statunitensi. Molte persone fomentarono odio verso i mediorientali: vennero segnalati infatti diversi episodi di violenza attraverso insulti verbali, aggressioni e attacchi alle moschee. Il 15 settembre un uomo Sikh venne ucciso dopo essere stato scambiato per musulmano.

La popolarità del presidente Usa George W. Bush e del sindaco di New York Rudolph Giuliani, salì di molto. Vennero istituiti anche dei fondi a sostegno di sopravvissuti e per le famiglie delle vittime.

Gli attentati vennero duramente condannati da ogni forza politica mondiale. L’Iraq fu l’unico paese a non unirsi ai messaggi di cordoglio, dichiarando che gli Stati Uniti stavano raccogliendo quanto seminato in precedenza con crimini contro l’umanità.

Andrea Caucci Molara

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