Benvenuti nell’universo cinematografico di Movie Award. Prendiamo il nostro aereo e andiamo negli Stati Unti. Vogliamo parlare di un film che ha vinto l’Oscar come miglior film conquistando il pubblico con una storia vera. Un film su razzismo e schiavitù dei neri d’Ameria che non poteva non suscitare una controversia per la sua vittoria. Vogliamo parlarvi di “12 anni schiavo” di Steve McQueen
12 anni schiavo, il racconto della schiavitù di McQueen
Steve McQueen voleva da sempre trattare il tema della schiavitù e lo ha fatto lasciando il segno. Questo grazie alla vera storia di Solomon Northup raccontata nell’omonima autobiografia che da il titolo al film. Nonostante alcuni cambiamenti rispetto al racconto di Northup, “12 anni schiavo” non perde sul grande schermo il suo impatto emotivo grazie al lavoro di McQueen. Il regista di colore aveva già scioccato il pubblico con una pellicola dura come “Hunger”. Ci riesce ancora grazie ad un perfetto utilizzo della macchina da presa che è un vero e proprio angelo custode di Solomon. Un angelo che riesce a coglierne l‘intensità emotiva e il suo rapporto con quello che gli accade.
A questo si aggiunge una bellissima fotografia che ci regala all’inzio del film un effetto simile a quello di cult come “Barry Lindon” grazie al sapiente utilizzo della luce naturale. Una fotografia capace poi di utilizzare improvvisamente una luce più decisa e meno effettata dal momento della prigionia del protagonista. A questo si aggiunge un cast eccezionale che ha fatto un duro e ottimo lavoro con molte drammatiche reazioni emotive. Come in “Hungher” anche in questo caso McQueen non ci dispensa da scene dure e particolarmente violente che sono un vero e proprio pugno nello stomaco per lo spettatore.
La vittoria politica e il caso Gravity
Un film duro che riapre una drammatica ferita nella storia degli Stati Uniti non poteva di certo passare inosservato e non scatenare controversie. Molti infatti accolsero con giubilo quello che ritenevano un meritato Oscar al miglior film assegnato ad una pellicola forte e intensa come “12 anni schiavo”. Non sono mancate però critiche negative. In quell’edizione della notte degli Oscar era in corsa per la vittoria in questa categoria l’acclamato “Gravity” di Alfonso Cuaròn che avrebbe vinto un giustissimo Oscar alla regia. Se James Cameron definì questa pellicola “il miglior space movie mai realizzato“, molti critici parlarono di qualcosa di mai visto prima.
Anzi Cuaròn fu bravissimo a fondere insieme l’idea di un cinema dello spazio americano in cui l’eroe deve combattere le avversità naturali con quella di un cinema dello spazio sovietico più metafisico ed interiore. Tuttavia arrivò la vittoria di McQueen in base una decisione che alcuni hanno definito prettamente politica. Questo perchè si trattava di un film sullo schiavismo negli Stati Uniti girato da un regista nero in un momento in cui il presidente degli Stanti Uniti era Obama, un afroamericano. Per questo l’Academy non si sarebbe potuta esimere da una decisione di portata storica come quella di far vincere il film sullo schiavismo americano di un regista di colore.