La data del 6 maggio 1682 inaugura la reggia di Versailles come corte del Re Sole (Luigi XIV), destinata a ospitare la successione di ben tre re di Francia. 16 chilometri a sud-ovest di Parigi. 2.300 stanze in 63.154 m² e uno spazio esterno distribuito su più di 800 ettari coperti di giardini dal gusto barocco. Emblema del potere assoluto della monarchia d’Ancien Régime, nonché vetrina di sfarzo e ricchezza, Versailles diventa l’apogeo della società francese, nella manovra (ben riuscita) di Luigi XIV per tenere sotto controllo una nobiltà potenzialmente ribelle.
«Il 6 maggio il Re lasciò Saint-Cloud per venire a installarsi a Versailles, come desiderava da molto tempo, benché ci fossero ancora i muratori, con l’intenzione di restarvi fino a dopo il parto della Delfina (Maria Anna Cristina di Baviera, moglie del Gran Delfino Luigi di Francia, che partorì il 6 agosto il primogenito Luigi duca di Borgogna), che fu costretta a cambiare appartamento due giorni dopo il suo arrivo perché il rumore le impediva di dormire»
– Testimonianza da fonte anonima
Le intenzioni di Luigi XIV: una manovra di controllo ben pianificata
Luigi XIV erge la reggia di Versailles come prova di gloria. Ma c’è dell’altro: attira i nobili alla sua corte promettendo rendite, titoli e onori, nonché residenze al castello; così facendo, il re trasforma la nobiltà da protagonista della corte a “pubblico” assiduo. Gli aristocratici, impegnati come sono nella vita di corte, non riescono a concentrarsi sul potere delle proprie terre! In passato i nobili, pur prestando giuramento al monarca, erano forti di un potere regionale che gli permetteva anche di riscuotere i tributi in autonomia. Con il fulcro di Versailles il potere viene centralizzato.
Da residenza privata, la reggia assume le fattezze di edificio di stato, tant’è che persino i costi diventano affar pubblico: Versailles dev’essere la vetrina di Francia, e come tale ogni elemento al suo interno dev’essere di stampo francese. All’interno della reggia, una collezione di opere d’arte: Luigi XIV prende sotto la sua ala artisti, artigiani e decoratori. Ad oggi ci sono 2.300 oggetti, 400 sculture esterne e 1.400 fontane, senza dimenticare i 357 specchi della Galleria!
Il background di Versailles: innumerevoli passaggi di successione
Le prime menzioni di Versailles risalgono al decimo secolo, con la fondazione del priorato di Saint-Julien. Nel 1453, la famiglia de Soisy acquista il piccolo borgo denominato “Versaille aux bourg de Galie”, totalmente devastato dalla guerra. È Gilles de Versailles, nel 1475, a cedere all’abate di Saint-Germain i propri diritti, che poi passano a Luigi XI (che vorrebbe costruirci una residenza di svago), poi a Martial de Loménie (brutalmente assassinato) e passando per Jean-François de Gondi arrivano a Luigi XIII nel 1632. Pare che proprio qui a Versailles il cardinale Richelieu si era recato segretamente per suggerire al sovrano che la madre complottasse contro di lui, il che ne causò l’esilio e l’elezione di Richelieu a primo ministro. Ma questa è un’altra storia.
Luigi XIII fa costruire un padiglione da caccia d’ispirazione feudale in cima alla collina, dove si racconta addirittura che si ergesse un mulino a vento. Il re fantastica di ritirarsi lì, ma si spegne prima del previsto e Versailles rimane in ombra per diciotto lunghi anni. Luigi XIV è alla ricerca disperata di una residenza che lo sottragga alla scomoda e rumorosa città: tra Palais-Royal, il Louvre, le Tuileries, Vincennes, Saint-Germain-en-Laye e Fontainebleau, non c’è un posto che lo soddisfi. Arriva a Versailles la prima volta nel 1651 e se ne innamora. Vi impiega un investimento che supera di ben venti volte il prezzo d’acquisto. Lamentele ovunque. Celebre la lettera di Colbert: «Che sconforto, vedere un così grande re ridotto alla misura di Versailles!». Nel maggio 1664 la prima festa in grande stile. Un lavoro a più mani, dall’architetto Louis Le Vau a Charles Le Brun (decorazione degli interni) e André Le Nôtre (giardini), completato poi da Jules Hardouin-Mansart.
Versailles, “condominio ante litteram” per aristocratici
Vivere a Versailles è un privilegio. Ogni suddito ottiene un posto in relazione allo status, al rango, al favore del re e al diritto di nascita. La stanza centrale del complesso è la camera del re. Prospetticamente, tutta la struttura ruota attorno a questa stanza. Varie dépendance ospitano i servizi di corte e gli organi del governo. Gli storici danno la definizione di “condominio ante litteram per aristocratici” proprio per la presenza di questi appartamenti (circa 350) tutti collegati e di grandezza variabile. Tre volte a settimana (nei cosiddetti jours d’appartement) ai cortigiani è concesso entrare negli appartamenti regali: musica, danze, giochi e buffet. Rappresentazioni liriche e teatrali, balli in maschera, ma anche momenti di devozione e preghiera.
«Impressione forte e improvvisa, ma profonda. C’era attorno a me una poesia indicibile, legata a ricordi di Storia. Qui lo sgradevole, l’ingombrante Re Sole sembrava lontano, nel suo interminabile castello. Il parco di Versailles è abitato dagli spiriti. In quanti vi passeggiano… Il visitatore dell’89 diventa da solo la memoria di tutta una società defunta, dispersa. Essa lo circonda, creando un piacevole disagio. È solo e attorniato da una folla»
– Julien Green
Regole d’etichetta rigorosissime e divinizzazione del monarca: ogni singolo atto del re diventa un cerimoniale. La giornata è pianificata al dettaglio, scandita dal risveglio e dal sonno del Re Sole. In base al rango il privilegio di accedere alle stanze. Persino la nascita degli eredi avviene pubblicamente, per eliminare qualsiasi dubbio di legittimità. Versailles pullula di vita fino all’ottobre del 1789, quando la famiglia reale è costretta a tornare in capitale per lo scoppio della rivoluzione.
Dal 1979 è Patrimonio dell’umanità sotto la tutela UNESCO. La reggia è stata set di varie pellicole cinematografiche, gli sono state dedicati due videogiochi (Versailles 1685: Complotto alla corte del Re Sole del 1996; Versailles II: Il testamento del re del 2001) ed è uno dei luoghi di Assassin’s Creed: Unity (2014). Versailles è anche il centro delle vicende della serie anime Lady Oscar.
Ginevra Alibrio
Seguici su Google News