The Doors, l’album debutto del 1967

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Di Redazione Metropolitan

Siamo nel 1967, Hollywood è uno dei centri del mondo, la California è baciata dal sole. E dalla Storia: Jim Morrison, Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore camminavano spediti fuori al Sunset Sound Recorders. Avevano finito di registare un album iniziato a prendere i suoi contorni già un anno prima. Quei quattro spilungoni erano i The Doors e quell’album si chiamava proprio così, “The Doors“. Era il loro debutto. Il debutto della rock band americana che più ci ha lasciato stravolti, allucinati.

A parte questo concetto di porte, così ridondante nella filosofia della band, da William Blake fino a Aldous Huxley, queste porte che vanno spalancate e sorpassate per conoscere l’altrove, per andare oltre. A parte la loro assoluta genialità compositiva dove possiamo godere di pezzi rari divisi in due lati A e B, come The Cristal Ship, la brechtiana Alabama Song, Light My Fire e The End, noi comuni mortali possiamo riconoscere l’importanza storica del loro debutto, della loro venuta.

Il sound psichedelico della California

Da quel giorno, abbiamo potuto conoscere uno sfondo di esperienze originali e una letteratura musicale nuova. La fisionomia degli ultimi poeti del rock unita alla loro proprosta indecente ma allettante di un viaggio durato troppo poco e che ancora tanto poteva soddisfare i desideri irrefrenabili di molto adepti. L’album è stato registrato dal produttore Paul A. Rothchild e dall’ingegnere audio Bruce Botnick ai Sunset Sound Studios di Hollywood, in California, in meno di un mese, tra agosto e settembre 1966.

Emergendo da Los Angeles, in California, con un travolgente suono psichedelico, I The Doors  hanno avuto uno dei debutti migliori della storia. Esperienza alimentata anche dai fiumi di droga sintetiche andavano a braccetto con la letteratura preferita dai The Doors. Quella dove si descrive dunque le esperienze psichedeliche dovute alle droghe allucinogene come esperienze reali, proprio come gli sciamani, droghe in grado di aprire, appunto, le porte della percezione della realtà, ad una realtà invisibile ma reale fatta di spettri ed entità ultraterrene.

Jim Morrison, il padre dei The Doors

La figura trainante che ha fatto modo che i The Doors diventassero i The Doors, fu Jim Morrison. In passato, ebbi modo di conoscere la realtà del Regno di Amataria, un collettivo artistico irpino impegnato nelle nel campo delle mostre d’arte e degli eventi collegati. Al tempo stavano lavorando su un tributo a Jim Morrison come performer nellaCelebration of the Lizard.

Alla mia domanda, in una intervista a loro dedicata circa lo stile che ha caratterizzato Jim Morrison mi fu detto: “…Jim Morrison era un performer. Il suo amore per i rettili, le sue movenze, i suoi urli atavici e primordiali, lo sguardo di un uomo che sapeva di essere uno sciamano, quel volto ossuto e quei capelli da gorgone, sono tutti fattori affascinanti. Ma forse più di tutto ci ha colpito l’energia del Re Lucertola, capace di incantare ed ipnotizzare, come il sonaglio di un crotalo. Jim aveva una vitalità che non si è vista più in nessun artista dopo di lui.”

“The Doors”, l’album e le tracce del Lato A e B

I The Doors e il loro primo album “The Doors“, ritornano a noi come pezzi unici, composti da artisti che nella storia della musica rock sono definiti come un unicum, sia dal punto di vista artistico che musicale.

Di seguito, riportiamo le tracce del lato A e lato B di questo album, affinchè voi stessi possiate riascoltare, o addirittura conoscere e sperimentare un sound decisamente diverso e originale, una scrittura che sconvolge le normali strutture di una poesia standard. Quella dei The Doors, fu una poesia ipnotica, materiale di studio di discipline volte alla conoscenza di qualcosa di superiore, almeno artisticamente.

Lato A: Testi e musiche di Jim Morrison, Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore  eccetto dove indicato.

  1. Break on Through (To the Other Side) – 2:25
  2. Soul Kitchen – 3:30
  3. The Crystal Ship – 2:30
  4. Twentieth Century Fox – 2:30
  5. Alabama Song (Whisky Bar) – 3:15 (Bertolt Brecht, Kurt Weill)
  6. Light My Fire – 6:30

Lato B: Testi e musiche di Jim Morrison, Robby Krieger, Ray Manzarek e John Densmore, eccetto dove indicato.

  1. Back Door Man – 3:30 (Chester Burnett, Willie Dixon)
  2. I Looked at You – 2:18
  3. End of the Night – 2:49
  4. Take It as It Comes – 2:13
  5. The End – 11:35

Articolo a cura di Gianrenzo Orbassano

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