Nel Metropolitan Today di oggi ricordiamo un evento nostrano. Il 22 febbraio di novantuno anni avvenne il varo della nave-scuola Amerigo Vespucci a Castellammare di Stabia.

Il progetto della nave nasce insieme a quello della gemella Cristoforo Colombo nel 1930, ad opera dell’ingegnere Francesco Rotundi, tenente colonnello del Genio Navale e direttore dei Regi cantieri navali di Castellammare di Stabia. Il 12 maggio lo scafo è impostato e la nave parte completamente allestita il 2 luglio. Naviga, dunque, verso Genova dove, il 15 ottobre 1931, riceve la bandiera di combattimento. A ritirarla fu il suo primo comandante, Augusto Radicati di Marmorito, e da lì in poi furono molte le crociere addestrative nel Mediterraneo e nell’Atlantico.

Il rito del varo dell’Amerigo Vespucci

Il varo di una nave è un avvenimento importante, che rispetta rigorosamente una ritualità. E’ un evento a cui tutta la città partecipa, e strettamente collegato alla religiosità, alle superstizioni, alle tradizioni. Ad esempio, è importante che ci sia una Madrina della cerimonia, e che la bottiglia di spumante si rompa contro lo scafo. Inoltre deve essere celebrata una Santa Messa propiziatoria, e lo scafo deve essere benedetto. Anche il varo dell’Amerigo Vespucci ha vissuto questa ritualità.

Alle 8.00 del mattino il cantiere accoglieva il comandante marittimo Oscar Cerio ed il direttore ing. Odoardo Giannelli. Nella cappella del cantiere si celebrava invece la Santa Messa.
Un’ora e mezza più tardi attraccava la nave Brenta, dalla quale sbarcarono più di cento marinaretti dell’ O.N.B. che provenivano da Napoli.

Subito dopo arrivava anche Sua Eminenza Ragosta, il vescovo della città. Suo compito era impartire la benedizione. Nel frattempo, tutta la popolazione prendeva posizione per assistere all’avvenimento. La folla era impaziente, ed ammirava la sagoma imponente della nave Vespucci.
Il vescovo, dopo aver benedetto la nave dal palco appositamente posizionato, faceva il giro intero della nave e rivolgeva la benedizione anche a tutta la folla presente alla cerimonia.
La Madrina del varo era la signorina Elena Cerio, figlia del Comandante Cerio, che ruppe la bottiglia di spumante, accompagnata dai forti applausi di tutti gli spettatori. E’ a questo punto che le bandiere sventolavano festose, le bande e le sirene delle navi in porto suonavano, e la nave era pronta a cominciare il suo primo viaggio.

Attualmente, la nave-scuola Amerigo Vespucci, è l’Unità più anziana in servizio nella Marina Militare interamente costruita e allestita presso il Regio Cantiere Navale di Castellamare di Stabia.

La nave-scuola oggi

La Amerigo Vespucci è un veliero che mantiene vive le vecchie tradizioni. Le 26 vele sono ancora in tela olona e le cime sono tutte ancora di materiale vegetale. Perfino tutte le manovre sono eseguite a mano come un tempo.

In occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960 l’Amerigo Vespucci ha trasportato via mare la fiamma olimpica dal Pireo a Siracusa. E’ rimasto storico l’incontro in mare con la portaerei statunitense USS Independence, nel 1962, che lampeggiò con il segnalatore luminoso: «Chi siete?». La risposta fu «Nave scuola Amerigo Vespucci, Marina Militare Italiana». La nave statunitense allora ribatté: «Siete la più bella nave del mondo».

Francesca Orazi

Seguici su Facebook, Instagram, Metrò