Un tragico avvenimento che segna inesorabilmente la storia contemporanea del nostro paese: il 27 giugno di 42 anni fa, si verifica la strage di Ustica. Mar Tirreno meridionale: la tragedia avviene nel tratto di mare tra Ponza e Ustica. Un disastro aereo che conta più di ottanta vittime, le cui circostanze – nonostante il passare del tempo – non sono ancora mai state pienamente chiarite.
La strage di Ustica: quel maledetto volo IH870
Alle 20:08 del 27 giugno 1980, il DC-9 I-TIGI decolla per il volo IH870 dall’aeroporto Bologna-Borgo Panigale diretto al Palermo-Punta Raisi; l’aereo decolla con 113 minuti di ritardo. Circa un’ora dopo, il volo non risponde alla chiamata per l’autorizzazione di inizio discesa sulla città siciliana. L’operatore di Roma tenta invano di reiterare le chiamate. Anche il Centro radar dell’Areonautica Militare di Marsala tenta la ripresa di contatto di Palermo. All’orario di arrivo previsto, le 21:13, tutto tace. Poco dopo, l’aereo viene dato per dispero e decolla il primo HH-3F per la perlustrazione dell’area dell’eventuale incidente. Dovrà passare l’intera notte prima che alcuni detriti riaffiorino a galla. Poi una chiazza di carburante, poi i primi cadaveri.
Le indagini sull’accaduto
Le varie ipotesi indagate dagli inquirenti sono varie. L’aereo sarebbe stato abbattuto da un missile aria-aria lanciato da un aereo militare, o ci sarebbe stata una collisione con un aereo militare. Si è pensato anche a un cedimento strutturale o all’esplosione di una bomba a bordo dell’aereo. Sul relitto non sono mai state rinvenute frammenti di missili, ma solo tracce di esplosivo. Negli anni si è poi affermata l’ipotesi secondo cui nella zona dell’incidente ci fosse un’attività internazionale intensa.
A distanza di quarant’anni dal disastro aereo, nel 2020, un’accurata pulizia del flight data recording ci da modo di capire che le ultime parole pronunciate dal copilota siano state «Guarda, cos’è?». Questo ci fa supporre che i due membri dell’equipaggio individuarono un’anomalia. Circostanze non chiare e indagini che anche a distanza di anni non porteranno mai ad arrivare a una conclusione. L’occultamento e la distruzione di varie prove – tra cui registri e nastri radar – non fanno che confermare la non chiarezza degli avvenimenti che riguardano la strage di Ustica.
Caterina Frizzi
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