“Questa non è una clinica, è un bordello. Io propongo di andare a fare le valigie e di andarcene immediatamente e sospendere ogni pagamento!”. Protestano i ricoverati del casale tra i boschi, adibito a modernissima casa di cura. Sotto la sorveglianza dei direttori-medici, fiduciosi del potere terapeutico della dieta a digiuno totale, interrotto solo dall’assunzione della “pappa”. Un composto strano che dovrebbe dare sazietà ai malcapitati obesi. Dopo 9 anni di studi in medicina a stenti e sforzi, Alfio Tamburini (Carlo Verdone) e Silvano Baracchi (Renato Pozzetto), sono le ‘matres’, i ‘cultori’, i sanificatori di corpo e spirito dell’ambigua clinica, il cui slogan è “7 chili in 7 giorni“, stasera in tv.
Forse apprendisti infermieri, o portantini in camice bianco, ma che siano dottori in medicina e chirurgia non l’hanno di certo scritto in faccia. “Ah, senta professore: i calli li estirpa..?”. La valigetta di Pozzetto straborda pesantemente del campionario di preservativi e vibratori che erano il corredo del suo precedente mestiere: Sventrax, Tormiento, Orient Express, Duron Duron, la merce miracolosa. “Ma che je porti i cefali?!”. Alfio e Silvano, medici associati, non distinguono un lettino di sala operatoria da un banchetto nuziale. Ma integerrimi, sono disposti ai metodi più cruenti per far dimagrire: “Si lava i denti con la pasta d’acciughe. Per forza, ha la bocca che sembra una pizza!”. A Villa Samantha, tra ginnastiche mattutine in sfoggio di pigiama, guerre psicologiche con i piatti, i pazienti sembrano cavie.
7 chili, 7 pene capitali
Quel 18 dicembre del 1986, erano in fila ai botteghini per la prima del film dell’esordiente alla regia Luca Verdone, fratello di Carlo. “7 chili in 7 giorni” era ispirato alle eccessive pubblicità di cliniche dimagranti che imperversano all’epoca, e come stasera in tv, promettevano una nuova giovinezza: lo schermo era della dottoresssa Tirone. Una ‘discendente’ della clinica di Guido Tersilli, il cui tema ispirò anche Sordi anni addietro. Inizialmente il copione prevedeva il ruolo di un terzo medico, Luciano De Crescenzo. A lui il merito della sperimentazione della ‘pappa’ di colore verde, ma rifiutò la parte. “Patè de nafta! Sembra che stai a leccà un pistone!”, il giudizio sulla mistura.
Arruolati stasera in tv, i vecchi rassicuranti caratteristi, Sora Lella, Franco Diogene, Fiammetta Baralla, Annabella Schiavone, in “7 chili in 7 giorni“. Con le musiche di Pino Donaggio, lo stesso autore di ‘Io che non vivo senza te’. “Villa Samantha” il set principale del film, è a Tivoli, nella realtà Villa Attolico in Via di Porta Latina. Pozzetto e Verdone mangeranno il cibo destinato al gatto, i famelici in cura, divoreranno tubetti di dentifricio o pesci rossi della fontana. Finirà “Ai 2 porconi“; i salubri intenti dimagranti dei due primari, dirotteranno nel settore dell’osteria. I ricoverati saranno clienti. Tutto il resto è grasso che cola.
Federica De Candia per MMI e Metropolitan Cinema. Seguici!