Il terzo album di studio per Lorenzo Urciullo – in arte Colapesce – arriva a oltre due anni e mezzo di distanza dal precedente e al termine dell’ascolto riverbera un’impressione molto positiva: si tratta di un lavoro certamente immediato e asciutto (otto brani per appena mezz’ora di musica) eppure, al tempo stesso, riluce una densità ricca di particolari, sfumature, conferme e sorprese.

Urgenza espressiva e anche forte desiderio di libertà, di non appartenenza a certi codici, riti e liturgie: a partire dalla copertina del disco (l’autore è ritratto in una vecchia fotografia nell’atto di ricevere l’ostia alla sua Prima Comunione) Colapesce dichiara ironicamente e tra le righe il suo essere “Infedele” e apre le porte a una personale dichiarazione d’indipendenza intellettuale.

“Infedele” è ricco di sorprese e “prime volte”: il Nostro non aveva infatti mai scritto al pianoforte o al computer, e non lo aveva mai fatto insieme ad altri (Dimartino e Luca Serpenti firmano con lui “Totale”) non aveva mai suonato il basso e le percussioni in un suo disco, non aveva mai lavorato sui cori.

Il viaggio è la chiave di volta di questa nuova esperienza sonora e testuale: un percorso intimo e avvincente, talvolta sfidante, attraverso la forma canzone esplorata attraverso un’eclettica serie di vesti e generi e formule. Colapesce, va detto, si dimostra a suo agio tanto nella ballata folk confidenziale quanto nel pop di sicuro appeal radiofonico, apre coraggiosamente alla sperimentazione elettronica, a certi spunti funky e free jazz, al Brasile e al fado portoghese, fino ai classici del nostro cantautorato. Vince la sfida e convince, rivelandosi artista tra i più dotati, validi e interessanti attualmente sulla scena italiana.

Certo, il rischio dietro l’angolo era quello di un minestrone musicale poco digeribile, preparato con ingredienti troppo distanti tra loro, non in grado di legare. E invece l’apparenza – almeno in questo caso – inganna: un senso di compiutezza ed equilibrio accompagna il disco, frutto maturo di una selezione che diremmo certosina tra quanto c’era di pronto da inserire. Da venti che erano al termine delle incisioni, solo otto sono stati i brani che alla fine hanno superato il vaglio del cantautore siciliano.

La produzione artistica è affidata a Mario Conte (già in cabina di regia per il precedente ‘Egomostro’) e a Jacopo Incani, musicista noto ai più con lo pseudonimo IOSONOUNCANE. Proprio l’esperienza dell’artista sardo – lo ricordiamo per l’album ‘DIE’, uno dei migliori del 2015 – risulta fondamentale e decisiva in almeno un paio di occasioni: “Pantalica”, il brano d’apertura, e “Compleanno”, più avanti in scaletta, mettono in mostra la volontà di provocante sperimentazione mediante elettronica e timbri pulsanti e talvolta ostici alle orecchie dei meno avvezzi. In particolare la traccia iniziale è un autentico viaggio di (ri)scoperta: la necropoli sicana che da il titolo al brano è un lussureggiante canyon notturno che si fa visione psichedelica, luogo di incontri, purificazioni e rigenerazioni.

Quei luoghi vagamente sinistri e inquietanti non sono tuttavia gli unici ambienti descritti da “Infedele”: al contrario, come si diceva c’è davvero spazio  per tante altre suggestioni. C’è infatti il pop puro, orecchiabile e radiofonico di “Totale” (in prima battuta destinata a Luca Carboni, poi invece trattenuta per così dire da Colapesce), il ritornello cantabile e contagioso di “Ti attraverso”, la sensualità brasileira di “Vasco De Gama” e almeno un paio di bozzetti molto intimi e confidenziali (“Decadenza e panna” e “Sospesi”) che risultano tra i più riusciti del disco, uno sussurrato in punta di chitarra acustica, l’altro aperto ad una strumentazione e arrangiamento più ricchi. Meno riuscita a parere di chi scrive “Maometto a Milano”, amara invettiva sull’alienazione della modernità scissa tra due storie e mondi lontani per ambientazione e contenuti.

Ariel Bertoldo

Informazioni Utili:

Artista: Colapesce
Album: Infedele
Genere: folk, pop, elettronica
Influenze/Riferimenti: Battiato/Tenco/Iosouncane/Timber Timbre/Sufjan Stevens

Etichetta: 42 Records/Believe Digital
Data d’uscita: 27 ottobre