Dopo le dimissioni di Fallon coinvolto nello scandalo delle molestie sessuali, un nuovo nome emerge, quello di Gavin Williamson

il 41enne nominato dalla premier Theresa May come ministro della difesa, occupava il ruolo di capogruppo dei Tories ai Comuni.

Eletto per la prima volta alle elezioni generali del 2010 come membro del parlamento per il South Staffordshire, fu nominato segretario privato del parlamento (PPS) con Patrick McLoughlin, come segretario di stato per i trasporti, e nominato in seguito PPS al primo ministro Cameron nel 2013. il 14 Luglio del 2016 fu invece nominato Chief Whip del partito di Theresa May, fino ad oggi, incaricato di Segretario di stato per la difesa. 

è la Bbc a comunicare una curiosa vicenda che lo riguarda; Williamson è noto nel palazzo di Westmister per aver addomesticato una “tarantola” velenosa, ribattezzata Cronos, alla quale avrebbe riservato una postazione d’onore proprio all’interno di una gabbia di plastica trasparente, proprio sulla scrivania  del suo ufficio, dove avrebbe ottenuto un permesso speciale per far entrare animali, ai quali è severamente vietato l’accesso. Assolutamente fiero dichiara che: <<Cronor, è un perfetto esempio di killer, incredibilmente spietato e affascinante>>. 

Ad ottenere il precedente ruolo di capogruppo dei Tory in comuni di Williamson, è Julian Smith, 46 anni, che avrà un ruolo chiave nel controllo del gruppo parlamentare dei conservatori, anche in materia di “comportamenti inappropriati”, dopo la serie di accuse per abusi piovute sui deputati conservatori.

Secondo i maggio quotidiani britannici, le dimissioni di Fallon potrebbero essere le prime di una lunga serie. Secondo il Guardian, il vicepremier de facto Damian Green, un “secondo esponente principale del governo” rischierebbe di poter finire allo stesso modo di Fallon. Intanto crescono le critiche all’interno del partito conservatore. La leader dei Tories in Scozia, Ruth Davidson, si è fatta sentire chiedendo di risolvere la situazione al più presto e di “fare piazza pulita” nella politica britannica. 

Marina Lombardi