Gregor Mendel nacque il 20 luglio 1822 a Hynčice, in Repubblica Ceca. Figlio di due contadini, trascorse la sua adolescenza lavorando come giardiniere e apicoltore. Il suo percorso di studi fu ostacolato da problemi finanziari e di salute, ma nonostante ciò ottenne notevoli risultati. Nel 1843 entrò nell’Abbazia di San Tommaso a Brno, dove riuscì a laurearsi sia in biologia che in matematica.

La vita al monastero e i primi esperimenti di Gregor Mendel

Il 6 settembre 1847 Mendel ottenne i voti sacerdotali. Grazie all’abate Napp riuscì ad iscriversi all’Università imperiale di Vienna, dove in pochissimo tempo venne considerato uno degli studenti migliori. Nel 1853 tornò al monastero come professore, lì ebbe modo di curare anche l’orto del posto.

Fu da questa attività che trasse spunto per quella che sarà la sua tesi rivoluzionaria. Si concentrò sulle piante di pisello e decise di studiare il loro comportamento. Intrecciando i baccelli tra loro notò come alcuni tratti si manifestavano ripetutamente tra le varie generazioni, nacque così la teoria dell’ereditarietà.

Le conseguenze della teoria dell’ereditarietà

L’8 febbraio 1865 Gregor Mendel ebbe modo di esporre per la prima volta la sua tesi. Partecipò ad un incontro in Moravia dove erano presenti circa quaranta esperti del settore. Una seconda conferenza si svolse a distanza di un mese, l’8 marzo. Purtroppo i due incontri non andarono come sperato: gli studiosi trovarono il suo discorso complicato e fecero molta fatica a seguirlo.

L’anno successivo pubblicò il libro Esperimenti sull’ibridazione delle piante, decise di inviarlo agli scienziati più famosi d’Europa con la speranza di trovare consensi, ma neanche in questo caso le sue ricerche ottennero il successo che avrebbero meritato. Mendel morì senza mai vedere i suoi studi prendere vita ed essere affrontati. Questi vennero ripresi soltanto nel 1900, quando vennero collegati a quelli di Wilhelm Johannsen e Charles Darwin. In quel momento vennero posti i principi cardine della genetica, branca alla quale non si sarebbe mai arrivati senza le ad oggi famosissime leggi di Mendel.

Ludovica Nolfi

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