I negoziati di Sochi perdono legittimità, i Curdi non vanno.

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

I negoziati di Sochi saranno “monchi”, la defezione dei rappresentanti curdi non stupisce nessuno, non poteva essere altrimenti. L’attacco in corso da parte della Turchia contro Afrin non costituisce un ottimo punto di partenza per i negoziati. Tale azione militare infatti avviene con la complicità della Russia nel silenzio generale ma, soprattutto degli Stati Uniti.

(Foto dal web)

A parlare in nome della comunità Curda è  Fawza Youssef affermando che “La Turchia e la Russia sono i garanti di Sochi e questi due paesi hanno concordato come agire ad Afrin a spese dei curdi”. La Turchia, la Russia e l’Iran sono i promotori del congresso di pace a Sochi ma fonti da Mosca fanno sapere che le tre potenze parteciperanno solo in qualità di osservatori. Il Cremlino ci tiene a legittimare questi due giorni sottolineando che:

  “più di un migliaio di siriani parteciperanno in rappresentanza della società civile, gruppi etnici, religiosi e tribali, diverse forze politiche, tra cui il governo della Repubblica, l’opposizione interna ed estera, tra cui quella armata. Un numero così ampio di membri contribuisce all’attuazione della risoluzione n. 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che chiede la natura inclusiva dei negoziati tra il governo e l’intero spettro di forze di opposizione, politiche ed etno-confessionali in Siria. L’attuazione dei principi stabiliti nella presente risoluzione è il compito principale del Congresso”.

Al Congresso è stato invitato l’inviato  delle Nazioni Unite de Mistura oltre che i rappresentanti di: Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Cina, Egitto, Giordania, Iraq, Libano, Cina e Kazakistan. Insomma ci sono tutti tranne i Curdi, gli unici per cui il conflitto in Siria non è mai finito. Se il nemico prima veniva da sud e si chiamava ISIS, ora viene da nord e si chiama Erdogan e forse è peggio.

L’inviato delle Nazioni Unite in Siria de Mistura (foto dal web)

Se contro il Califfato i Curdi siriani potevano contare sull’appoggio internazionale, contro Ankara si ritrovano da soli, come sempre, e pace all’anima delle migliaia di vittime che hanno immolato alla causa contro l’Isis. L’operazione denominata quasi a prendere in giro il mondo “ramoscello d’ulivo” è iniziata ormai da dieci giorni. Lo Stato Maggiore di Ankara fa sapere che sarebbero 597 i “terroristi”rimasti uccisi. Il motivo per cui i turchi si sentono in diritto di invadere un paese sovrano, quale fino a prova contraria è la Siria, sarebbe fondato sui presunti legami tra il PKK (Partito dei Lavoratori Curdo operante in Turchia) e il PYD (Milizie Curdo-Siriane). Se il Pkk sicuramente si è macchiato di azioni che possono essere definite terroriste, anche se il termine terrorismo in questo caso viene abusato, lo stesso non si può affermare per i loro “compagni” siriani. Al contrario le milizie curdo-siriane, come quelle Curdo-iraqene, hanno costituito per mesi l’ultimo baluardo del cosiddetto “mondo libero”. Oggi a Sochi erano presenti rappresentanti delle Nazioni Unite e di alcuni paesi Europei, resta da chiedersi se sia sensato inviare i propri rappresentanti ad un Tavolo che non vede presenti una fetta importante del paese da “spartirsi”. Fare i conti senza l’oste.