PUTIN MOSTRA I MUSCOLI AL MONDO

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Di Redazione Metropolitan

Il discorso alla nazione tenuto da Putin di fronte alle camere riunite è una prova di forza rivolta al mondo. Dopo aver trattato i temi riguardanti la politica interna è passato al “pezzo forte” del suo intervento annunciando il rafforzamento degli armamenti nucleari russi. Il messaggio è rivolto in particolar modo agli Stati Uniti. Al Pentagono lo scetticismo sulla reale pericolosità dei missili del Cremlino la fa da padrone.

(Foto dal web)

Quello che nella tradizione istituzionale russa dovrebbe essere l’ultimo discorso del Presidente uscente alle camere è in realtà un discorso di insediamento. Questo perchè la vittoria di Putin alle prossime elezioni del 18 Marzo è più che scontata, con un gradimento all 80% lo “Zar” si avvia ad iniziare il suo quarto mandato. 

«Abbiamo detto diverse volte ai nostri partner che avremmo preso delle misure in risposta al piazzamento dei sistemi antimissili americani. Nonostante tutti i problemi che abbiamo affrontato, la Russia era e rimane una potenza nucleare ma nessuno ci ha ascoltato. Allora ascoltateci adesso»

Questa è la frase che sta facendo perdere il sonno agli analisti di Washington, sarebbe rivolta a loro la mìnaccia del Cremlino. Materialmente questo avvertimento prende la forma del missile Avengard, in grado di trasportare più testate nucleari con una gittata di 11.000 Km. Una parte consistente del discorso tratta infatti del ruolo della Russia nello scacchiere internazionale. Putin rivendica la sua influenza in Medio oriente con particolare riguardo alla Siria e alla sconfitta dell’ISIS ma non solo. Parla dei rapporti strategici che legano la Federazione all’India e alla Cina, quell’asse Mosca-Pechino, anch’esso motivo di insonnia ad occidente. La Russia che riprende il posto che gli spetta, è questa la frase che accompagna l’operato di Putin sin dal 1999, anno in cui divenne noto al mondo. 

Non solo Esteri.

In realtà prima di “mostrare i muscoli” il Presidente aveva trattato temi di politica interna, rivendicando i risultati ottenuti senza però negare il tanto lavoro da fare.

“Nel 2000 in Russia vivevano più di 42 milioni di persone sotto la soglia di povertà, oggi ce ne sono 20 milioni, ma restano ancora troppe”.

Concetti che ci riportano indietro negli anni della guerra fredda. In realtà la situazione politica è cambiata non poco, in particolar modo per quanto riguarda il “diretto concorrente” di Mosca. Gli Stati Uniti sono da anni in una fase disimpegno generalizzato su tutto lo scacchiere internazionale. Questo vuoto che lentamente si sta creando soprattutto in Medio oriente e in Asia, fa si che la Russia eserciti sempre di più la sua influenza in quella che è la sua sfera di diritto. Di conseguenza più che di nuova guerra fredda si può parlare di nuovi equilibri che possono anche essere molto simili ai vecchi ma, pur sempre equilibri sono. Un conflitto non interessa a nessuno, a differenza di molti anni fa, la contrapposizione è “solo” politica e non economica, non si parla più di capitalismo contro il comunismo ma “solo” di Putin contro tutti coloro che si mettono sulla sua strada.