Il 9 luglio 1993 i resti ritrovati a Ekaterinburg appartengono ai Romanov: lo zar Nicola II, la zarina Alessandra e di tre dei loro cinque figli. A dichiararlo ufficialmente è il ministero degli interni inglese; dopo un esame del DNA effettuato a Londra, alcuni esperti accertano che le ossa ritrovate a Ekatimburg nel 1991 appartengono alla famiglia imperiale vittima dei bolscevichi il 16 luglio 1918.

Romanov, l’ufficializzazione dei resti della famiglia imperiale: è il 9 luglio 1993

Romanov Resti

Il 9 luglio 1993 il ministero degli Interni inglese dichiara ufficialmente che i resti rinvenuti nella fossa di Ekaterinburg sono dello zar Nicola II di Russia, della zarina Alessandra d’Assia e di tre dei cinque figli. La fine della famiglia Romanov, sterminata dai bolscevichi nel 1918, resterà avvolta nel mistero fino agli inizi degli anni ’90 quando grazie a un esame del DNA si inizia a far luce sulla fine della dinastia degli ultimi zar.

La scoperta, però, cela un altro interrogativo; all’appello mancano i resti del piccolo Aleksej e di un’altra figlia, probabilmente una delle due più giovani, Maria o Anastasia. Tante le ipotesi che si sono succedute nel tempo; tuttavia, l’ipotesi più conclamata è che i corpi non ritrovati fossero rimasti carbonizzati durante la fucilazione, come si evince da alcune note di Jurovskij.

Il 16 luglio 1998, anniversario della loro esecuzione, i resti dei Romanov sono stati tumulati presso la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo. Il funerale di Stato era presenziato dal presidente Boris Eltsi.

L’ultima notte dei Romanov

A mezzanotte il comandante Jankel Jurovskij sveglia la famiglia imperiale esortandola a recarsi negli scantinati per motivi di sicurezza; è qui che comunica la decisione di condannare a morte la famiglia Romanov. Sparano allo zar Nicola un colpo alla testa, dapprima; la zarina Aleksandra, invece, fa appena in tempo a fare il segno della croce prima di morire.

Le granduchesse, però, non periscono subito: i gioielli precedentemente cuciti nei corpetti dei loro vestiti, pensando a una fuga imminente, fanno da scudo ai colpi. Tuttavia, i ripetuti colpi di baionette le uccidono da lì a poco. Aleksej, invece, è freddato immediatamente da tre colpi di pistola. In seguito, i carnefici tentano di far sparire i cadaveri della famiglia imperiale: li denudano, li mutilano e li sfigurarono con l’acido per renderli irriconoscibili. Seppelliscono i corpi in una fossa comune, luogo rimasto avvolto nel mistero fino al loro ritrovamento negli anni ’70 e reso manifesto nel 1989.

L’inchiesta sui corpi scomparsi e le dichiarazioni

 Il 23 agosto 2007 Sergeij Pogorelov dichiara da Ekaterinburg:

 «Delle ossa trovate in un’area di terra bruciata presso Ekaterinburg appartengono a un ragazzo e a una ragazza all’incirca della stessa età di Aleksej e di una delle sue due più giovani sorelle».

 In seguito, lo scienziato Nikolaj Nevolin dichiara l’imminenza di un test sui resti.

Il 30 aprile 2008, dopo la pubblicazione dei test del DNA, l’ufficializzazione: i corpi appartengono alla granduchessa Maria e dello zarevič Alekesej. Lo stesso giorno, con un comunicato ufficiale, le autorità annunciano che l’intera famiglia risulta identificata. La famiglia è stata canonizzata nel 1981 come nuovo martire dalla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia.

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Ph: wikipedia

Foto in copertina: ibseedintorni.com