Ormai è certo, La Casa de Papel avrà una terza stagione. La serie spagnola che ha scosso e colpito il mondo farà ancora parlare di sé. Ed è El Profesor a dircelo
Nuevas caras. Nuevas ciudades. Mismo procedimiento. Nada de relaciones personales.
— El Profesor (@elprofesor) April 4, 2018
Netflix colpisce ancora: sforna un successo mediatico e riesce a venderlo benissimo. In questi giorni il profilo twitter “verificato” di El Profesor (capo della famigerata banda di ladri) ha seminato indizi su un nuovo colpo, che ieri sono culminati nell’annuncio della Parte 3.
??? #LaCasaDePapel pic.twitter.com/iNzsCDuiX1
— La Casa de Papel (@lacasadepapel) April 18, 2018
Che l’abbiate visto o meno, ne avrete sicuramente sentito parlare. La Casa de Papel, prodotto originale spagnolo (trasmesso da Antena 3) sta entusiasmando e sorprendendo l’Italia. Sorprendendo, certo, perché dopo anni e anni passati a sorbire repliche di Paso Adelante e il Segreto, nessun italiano avrebbe mai scommesso un euro sulla Spagna. In realtà, La Casa de Papel ha ben poco a che fare col doppiaggio fuori sync delle telenovelas e gli zoom drammatici sulle facce basite (Boris insegna) dei protagonisti. Ma entriamo nel vivo.
La voce narrante della storia è Tokyo (Úrsula Corberó) donna affascinante, impulsiva, e con nulla da perdere. Lei, assieme ad altri 7 rapinatori, viene reclutata da un misterioso personaggio (Il Professore) per il colpo più ambizioso della storia: prendere in ostaggio la Zecca Nazionale Spagnola. Ma perché il colpo riesca, servono degli ostaggi. Il piano è quello di non versare una singola goccia di sangue, ma è subito chiaro che il più piccolo errore può portare ad una carneficina.
Ansia, tensione, azione, lo spettatore viene immediatamente catapultato nel delicatissimo gioco del Professore. Una vera e propria partita a scacchi con la Polizia e con lo Stato. I personaggi, però, più che pedoni sono tessere del Domino: ogni loro scelta, ogni loro mossa, innescherà la rapida catena di eventi che porterà alla vittoria o al fallimento. E sono i personaggi ad essere la vera forza della serie. Mosca, Nairobi, Rio, Denver, Stoccolma, Helsinki: ognuno di questi alias nasconde una storia drammatica e inaspettata, ed ognuno è fondamentale.
Il mio preferito? L’antieroe, Berlino; il leader sul campo. Freddo e spietato, crudele e folle, ma allo stesso tempo rassicurante e gentile. Assolutamente terrificante. Come il Professore, è un rivoluzionario. Perché attenzione, qui non stiamo parlando di un Ocean’s Eleven in versione dark. Molto più V per Vendetta che film d’azione, La Casa de Papel parla di amore, odio, libertà, conflitto con lo Stato, e usando Bella Ciao come colonna sonora dei momenti più emotivi della serie, manda un messaggio molto chiaro: è una storia di resistenza.
İşte bir sabah uyandığında #LaCasaDePapel 2. sezonuyla Netflix'te. pic.twitter.com/Rcsa7biygL
— Netflix Türkiye (@netflixturkiye) April 6, 2018
Come c’era da aspettarsi, il sottotesto ha già mandato in paranoia le alte sfere. A causa di un trailer girato ad Istanbul, politici e commentatori in Turchia (ad es. Melih Gökçek, ex sindaco di Ankara) hanno etichettato la serie come sovversiva e piena di messaggi subliminali. Palese critica al mondo dell’economia, alle banche, al sistema, istigherebbe al terrorismo internazionale.
Voglio essere chiara: nessuno dei personaggi è dipinto come un eroe. Non ci sono santi o martiri della ribellione. Ognuno ha avuto la possibilità di scegliere, ed ha commesso errori. Si tratta di esseri umani: deboli, imperfetti, egoisti, talvolta crudeli. Eppure è impossibile non tifare per loro. Non rivedersi in loro. Perché sono reali. Perché per una volta è bello guardare la rivincita degli emarginati.
Ci sono cento ragioni per iniziare questa serie: azione, adrenalina, rivoluzione. Io ve ne lascio una sola: conoscere la storia dietro ad ogni maschera.