Scioperi dei dipendenti degli stabilimenti Ilva di Taranto e Cornigliano, in seguito alla morte del lavoratore 28enne Raffaele Fuggiano. Presente il padre del lavoratore, che chiede di “aderire alla protesta”

Massiccia l’adesione allo sciopero dei dipendenti dello stabilimento Ilva di Taranto, terminato alle 15. Il motivo è stato l’incidente avvenuto al quarto sporgente del porto costato la vita ad Angelo Raffaele Fuggiano, di 28 anni, dipendente della ditta Ferplast, che si occupa di carpenterie metalliche. Il lavoratore stava sostituendo una fune ad una delle gru che scaricano i minerali, quando è saltato un ancoraggio ed è stato colpito in pieno dal bozzello del cavo d’acciaio 

C’era anche il padre di Angelo Fuggiano, questa mattina, davanti ai cancelli della portineria imprese del Siderurgico di Taranto in occasione dello sciopero. Ha parlato con alcuni operai e colleghi del figlio per chiedere loro, a quanto si è appreso, di pretendere il rispetto delle condizioni di sicurezza e di aderire alla protesta.

“Il parcheggio dello stabilimento – lamenta Gennaro Oliva, delegato Uilm – oggi è pieno di lavoratori. Lo hanno ucciso due volte per cosa? Per due-tre ore di stipendio? E’ vergognoso.
    Doveva venire il padre di Angelo davanti alla portineria per non far entrare le persone? I lavoratori dovevano rimanere a casa per rispetto nei confronti di Angelo”

Oggi sono previste 24 ore di sciopero anche all’Ilva di Cornigliano. Intanto, la procura di Taranto ha aperto un’inchiesta e disposto il sequestro della gru.

Nelle prossime ore verrà affidata l’autopsia. Questa mattina c’è stato un presidio di lavoratori davanti alla portinerie imprese e i sindacati hanno chiesto al prefetto di farsi portavoce delle preoccupazioni degli operai per la mancanza di investimenti sugli impianti, molti dei quali sono considerati pericolosi.

Martina Onorati