Caso Kuciak: giornalisti nel mirino

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Di Redazione Metropolitan

Il 22 Febbraio veniva ucciso nella sua casa Jan Kuciak, reporter investigativo per la testata slovacca Aktuality.

Il giovane giornalista e la sua ragazza, Martina Kušnírová, sono stati trovati morti con un colpo di pistola alla testa. Un’esecuzione. Continuano le indagini sull’omicidio, gli inquirenti hanno convocato diversi colleghi di Kuciak. Il 15 Maggio è stata convocata anche Pavla Holcova, amica e collaboratrice di Kuciak. Convocata per un colloquio informale ha dovuto sostenere un interrogatorio di otto ore, sottoposta a domande che poco avevano a che fare con l’omicidio del reporter. “Dulcis in fundo” le è stato sequestrato il telefono.

Jan Kuciak (Foto dal web)

Kuciak stava indagando sui rapporti tra cittadini italiani residenti in Slovacchia, presumibilmente legati alla ‘Ndrangheta, e alcuni esponenti del governo di Bratislava. Dall’inchiesta emergeva l’appropriazione indebita dei fondi europei, soprattutto quelli destinati all’agricoltura. Un lavoro destinato ad avere un forte impatto sui palazzi del potere slovacco. Gli italiani che lui citava nei suoi lavori sono stati tratti in arresto dalla Polizia, salvo poi essere rilasciati pochi giorni dopo. Tutti calabresi,secondo Kuciak legati alle cosche di Reggio Calabria e fortemente legati alla cerchia del Premier Robert Fico. Pavla Hocova, giornalista della Repubblica Ceca, collabora con Investigative Reporting Project Italy (IRPI), associazione no-profit dedicata al giornalismo d’inchiesta. Sul sito dell’IRPI viene fatto notare come gli inquirenti slovacchi fossero poco interessati a far luce sulla morte di Kuciak.

“Pavla stava lavorando assieme a Jan e IRPI per conto dell’Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP) quando il giornalista è stato ucciso. Da allora ha sempre collaborato con la polizia fornendo liberamente tutte le informazioni in suo possesso. Jan era un suo amico e Pavla è sempre stata determinata a scoprire i suoi assassini.L’impressione è che l’interesse principale della polizia slovacca fosse quello di ottenere dettagli del nostro lavoro, scoprire i nostri metodi di comunicazione interna, cosa altri media abbiano intenzione di scrivere riguardo alla vicenda e acquisire altre informazioni non pertinenti.”

Pavla Holcova (Foto dal web)

La reporter non ha risposto alle domande che a suo parere non riguardavano i fatti nello specifico, sarebbe in seguito a questo rifiuto che la polizia le avrebbe sequestrato il telefono. Solitamente in questi casi, vengono utilizzati dei programmi che scaricano il contenuto del dispositivo, rendendo così superfluo il sequestro, a maggior ragione se la persona in questione è stata convocata per un colloquio informale, come nel caso di Pavla. L’impossibilità di fare questa semplice operazione ha comportato il sequestro, la Holcova è stata descritta dalla polizia come una giornalista “sempre contro il sistema”, scordandosi forse che al di la di queste frasi a effetto il mestiere di giornalista può voler dire anche andare contro il “sistema”. Buone o cattive che siano le sue intenzioni, un giornalista dovrebbe potersi svegliare la mattina e decidere di indagare su chi vuole e assumersene la responsabilità. In Europa ci sentiamo salvaguardati rispetto a questi temi ma, negli ultimi mesi sono aumentati i giornalisti sotto scorta(triste primato italiano) e sono stati assassinati ben due reporter, Kuciak e Daphne Galizia a Malta. Entrambi indagavano sui rapporti tra la criminalità organizzata e la politica, entrambi uccisi da una mano criminale armata da esponenti marci della politica? 

Federico Rago