Quando Netflix ha annunciato l’uscita di Glow 2 ho dichiarato che quel giorno sarei rimasta a casa e mi sarei sparata l’intera stagione in un’unica giornata. Per motivi che non vi sto a spiegare (tipo avere un lavoro e una pallida imitazione di vita), non sono riuscita a farlo il giorno stesso. Ma quello seguente sì. Preparandomi a una cocente delusione, come faccio sempre prima della seconda stagione di una serie che mi ha fatto innamorare. Avete presente quella vocina che dice: “no, rovineranno tutto, non potranno mai farla bella quanto la prima?”. Rara la felicità che si prova quando quella vocina viene smentita.

Be’ Glow 2 la smentisce alla grande.

Zoya torna sul ring più russa e cattiva che mai (foto dal web)

Dopo aver superato tutte le difficoltà per riuscire a girare il pilota del programma, Glow parte: la piccola KDTV ha commissionato venti episodi del rivoluzionario show di wrestling femminile. Le ragazze tornano al loro squallido motel della valley e al set solo leggermente meno disastrato.

Liz Flahive e Carly Mensch, autrici della serie, sembrano conoscere sia il wrestling che i loro personaggi, ricreando la stessa perseverante alchimia, le stesse emozioni tenaci e profonde. Ma non rilassatevi. La seconda stagione di Glow non vi coccola dolcemente, dandovi semplicemente una seconda razione dei sapori che avevate amato nella prima. Magari qualcuno avrebbe sospirato di sollievo davanti a una serie che (inizialmente) non sembra avere la necessità di osare. Be’, fate passare le prime puntate e state a vedere quanto la posta sia stata alzata. E il risultato, nonostante questo, è esaltante. Osano, non sbagliano a farlo e vincono su tutti i piani.

Combattere sul ring è poi tanto diverso dal combattere nella vita quotidiana? (foto dal web)

Il politicamente corretto continua a non mostrare la sua faccia da signorino perbene, lasciando spazio a una ben più interessante analisi femminile e femminista di un mondo tendenzialmente opposto. Ma questo non è abbastanza: lo sguardo che forniscono è fresco, nuovo, ma soprattutto onesto. A volte surreale, ma assolutamente onesto.

Si sente parlare in continuazione di donne forti perché, oh ragazzi se ce ne sono! Ma in televisione non se ne vedono poi così tante. Donne la cui idea di forza è derivante da un’idea di forza tutta maschile. Purtroppo è questo che spesso dobbiamo sorbirci. In Glow – come in Orange is the new Black – abbiamo finalmente tutta una serie di femminili diversi e sfaccettati, femminili che vengono nella realtà modellati e schiacciati dal medium stesso. Una riflessione che quindi può definirsi ontologica e bilaterale, impostata sia sull’azione del medium che sulla donna in sé. Cosa ancor più interessante, neanche gli uomini vengono stereotipati o ridotti a cliché. L’offensività di ogni singolo personaggio è la chiave di volta per costruire l’analisi di questi personaggi complessi, sfaccettati, profondi.

Wrestler e madri di famiglia affrontano il conflitto derivanti dai loro ruoli (foto dal web)

Visto che i miei caporedattori mi scuoierebbero viva se osassi fare liberamente degli spoiler come vorrei, mi limiterò a portarvi un unico esempio. In un contesto dove un’afroamericana accetta di interpretare Welfare Queen, introdurre nella narrazione un giudizio difficile da ignorare è un atto coraggioso. E molto. Cosa può pensare un ragazzo alle prese con le sue battaglie – laurearsi in una delle università più prestigiose degli Stati Uniti con ragazze che lo scambiano per l’unico altro “nero” iscritto a ingegneria – di una madre che incarna sul ring esattamente lo stereotipo contro cui lotta quotidianamente? Nel momento in cui il politico si intreccia con l’emotivo, un emotivo che non puoi proprio estirpare trattandosi di tuo figlio, quale “parte” deve o può avere la preminenza? E qualcuno di voi se la sentirebbe, in tutta onestà, di rispondere a questa domanda?

Il rapporto tra Ruth e Debbie si sviluppa ulteriormente, affrontando nuove difficoltà (foto dal web)

E ancora non basta. Guardare la seconda stagione di Glow è come passare la serata con la tua migliore amica. L’amicizia, la solidarietà tra queste donne diversissime tra loro traspira dallo schermo, facendoci sognare rapporti così sensibili, sempre più difficili in un mondo votato al solipsismo. Anche sempre più difficili da vedere in un contesto cinematografico in cui la rivalità femminile ha assunto uno status quasi granitico. Contemporaneamente la rivalità, la cattiveria che può fuoriuscire dal cuore in seguito a torti quasi imperdonabili non viene assolutamente negata. Sotto i nostri occhi le due autrici dispiegano momenti di crudele rivalsa che fanno vibrare il nostro senso di giustizia, mettendolo a dura prova.

Preparatevi a novità registiche davvero succulente (foto dal web)

Se ancora non dovesse bastarvi – ma mi sembra giusto che non vi basti mai – è innegabile che il wrestling non si limiti a essere un “banale” spunto narrativo. Lo show si lega ancor più strettamente alle proprie origini reali, mostrando non solo molti più combattimenti, ma anche l’opera di sceneggiatura e intreccio che c’è dietro questo sport ancora considerato dai più così controverso (sciocchini, il wrestling è fantastico). Le attrici hanno fatto un lavoro sul piano fisico a dir poco eccellente, tanto da rendere le sequenze degli scontri tra le più deliziose della stagione.

Ancora? Le citazioni culturali degli amatissimi anni ’80 vi pioveranno letteralmente addosso. Ne avrete a manciate. Quasi oserei che non ne potrete più ma sappiamo bene tutti che non sono mai abbastanza.

Capire dove finisce la wrestler e comincia la donna non è sempre così facile… (foto dal web)

Ci sarebbe ancora qualcosina da dirvi, ma è troppo sperimentale e come già accennato, eviterei lo scuoiamento molto volentieri. Quindi mi cucirò le dita, invitandovi semplicemente ad aspettarvi sorprese nella seconda parte della serie. Grandi sorprese.

Per chi volesse, cliccando qui è anche possibile vedere il primo episodio dello show originale degli anni ’80.

Solo alcune tra le nostre lottatrici preferite (foto dal web)

Se ancora non vi ho convinti a sedervi in poltrona con birretta e pop corn per divorarvi questa seconda stagione di Glow non saprei proprio come farlo. Fatelo e basta. Guardate Glow 2.

Per eventuali reclami scrivetemi, probabile che verrò a cercarvi di persona per avere una pacatissima e civilissima conversazione a tu per tu.

Gaia “Ellie on the Rocks” Cocchi