In Sicilia oggi. In giornata odierna il Papa si è recato in Sicilia per ricordare don Pino Puglisi, presbiterio ucciso il 15 settembre del 1993, giorno del suo compleanno. Nel 2013 aveva affermato: «Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto».
Prima di giungere nel capoluogo siciliano – in cui alle 11:15 ha celebrato la messa dinanzi a circa 80mila fedeli – il Santo Padre ha fatto tappa, poco prima delle 8:30, a Piazza Armerina comune in provincia di Enna, sede vescovile, dove ha tenuto un discorso davanti a 40mila persone. Presenti anche detenuti e malati. Alle 13:30 Bergoglio ha raggiunto la missione Speranza e Carità di Biagio Conte, missionario laico, che assiste ogni giorno migliaia di poveri. Ha pranzato con gli ospiti del centro e alle 15 si è recato nel quartiere Brancaccio, dove fu assassinato padre Puglisi. Dopo aver visitato la chiesa di San Gaetano, ha incontrato in cattedrale parroci, sacerdoti e seminaristi provenienti dall’intera Sicilia. L’ultimo appuntamento è stato alle 17 circa, in piazza Politeama. Il Pontefice si è interfacciato con una platea di 4.500 ragazzi.
Giuseppe Puglisi. Ciò che segnò il destino nella vita di Pino Puglisi fu la nomina di parroco a San Gaetano, nel quartiere periferico Brancaccio, controllato dai fratelli Graviano, capi mafia affiliati al sanguinario Leoluca Bagarella. Puglisi, data l’evidente condizione disastrosa in cui versava la zona, decise di impegnarsi dedicandosi al recupero sociale dei giovani, togliendoli dalla strada, dal crimine, portandoli in oratorio ed insegnando loro, tra una partita di calcetto ed un gioco di gruppo, i valori della legalità, del rispetto reciproco, del lavoro. Molti di quei bambini erano figli o nipoti di mafiosi, usati come manovalanza per piccole rapine e spaccio. Diventato un personaggio scomodo, dopo una lunga serie di minacce, decisero di ucciderlo, il giorno del suo compleanno, con un colpo alla testa.
Le parole del Papa. Ecco alcuni estratti del discorso che il Papa ha tenuto stamattina a Piazza Armerina:
«Sono contento di trovarmi in mezzo a voi. È bello il sole della Sicilia! È bello.»
«Non sono poche le piaghe che vi affliggono. Esse hanno un nome: sottosviluppo sociale e culturale; sfruttamento dei lavoratori e mancanza di dignitosa occupazione per i giovani; migrazione di interi nuclei familiari; usura; alcolismo e altre dipendenze; gioco d’azzardo; sfilacciamento dei legami familiari.»
«Toccare la piaga del Signore nella nostra società, nella nostra gente. Questo significa per noi cristiani assumere la storia e la carne di Cristo come luogo di salvezza e liberazione.»
«Con semplicità andate per i vicoli, i crocicchi, le piazze e i luoghi di vita feriale, e portate a tutti la buona notizia che è possibile una convivenza giusta, piacevole e amabile, e che la vita non è oscura maledizione da sopportare fatalisticamente, ma fiducia nella bontà di Dio e nella carità dei fratelli.»
«È importante favorire nelle parrocchie e nelle comunità la carità evangelica, la solidarietà e la sollecitudine fraterna, rifuggendo la tentazione mondana del quieto vivere, del passarla bene, senza preoccuparci dei bisogni altrui.»
«A volte c’è chi dice: “io non vado a messa, la predica dura 40 minuti, mi annoio”. Così non va bene: tutta la messa deve durare 40 minuti! La predica più di otto minuti non va.»
«Ma per favore, non lasciate soli gli anziani, i nostri nonni. Loro sono le nostre identità, loro sono le nostre radici, e noi non vogliamo essere un popolo sradicato. Loro sono le nostre radici: e i giovani parlino con i nonni.»
«Cari fratelli e sorelle, sarebbe bello stare insieme ancora un po’! Sento il calore della vostra fede e le speranze che portate nel cuore, ma sono atteso a Palermo, dove faremo memoria grata del sacerdote martire Pino Puglisi.»
«Ho saputo che, venticinque anni fa, appena un mese prima della sua uccisione, egli trascorse alcuni giorni qui, a Piazza Armerina. Era venuto per incontrare i seminaristi, suoi alunni al Seminario maggiore di Palermo. Un passaggio profetico, io credo! Una consegna, non solo ai sacerdoti, ma a tutti i fedeli di questa diocesi: per amore di Gesù, servire i fratelli fino alla fine!»
Francesco Saverio Mongelli