Rapporto Speciale dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) sul cambiamento climatico e l’innalzamento della temperatura: uno dei lavori più attesi sul futuro del pianeta. Durante la Conferenza di Parigi del 2015, la comunità internazionale, tramite la Convenzione Quadro per i Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC) chiese all’IPCC un’analisi approfondita sulle reali possibilità di contenere il riscaldamento globale entro il limite di 1.5°C.

Le soluzioni possibili, i benefici potenziali per società, economie ed ambiente, le misure di policy per ridurre e cambiare i consumi di energia, le risorse necessarie, le prospettive per lo sviluppo sostenibile e i rischi che si nascondono dietro alcune scelte.

Questi sono i nodi centrali del Rapporto che, riassunto nella Sintesi per Decisori Politici (Summary for Policymakers – SPM), è stato riportato in esclusiva online ieri mattina alla comunità italiana di media e stakeholder a poche ore dalla sua presentazione internazionale in Corea del Sud.

E’ necessario fare molto e soprattutto farlo subito
In pillole:

possiamo riassumere il Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale di 1.5°C nel seguente modo.

  1. Viene approvato dall’IPCC il 6 Ottobre 2018 ad Incheon, in Corea del Sud.
  2. E’ stato redatto da 91 autori e revisori provenienti da 40 paesi sotto la leadership scientifica dei tre working group dell’IPCC:
    – il primo Working Group  valuta le basi fisico-scientifiche dei cambiamenti climatici.
    – il secondo Working Group affronta il tema degli impatti, dell’adattamento e delle vulnerabilità.
    – il terzo Working Group III si occupa della mitigazione dei cambiamenti climatici.
  3. Costituirà un riferimento scientifico di grande importanza nella Conferenza sui Cambiamenti Climatici che si terrà a Katowice in Polonia il prossimo Dicembre, quando i governi esamineranno nuovamente il Trattato di Parigi per affrontare i cambiamenti climatici.
  4. Riscontra che limitare il riscaldamento globale a 1.5°C richiederebbe “rapide e lungimiranti” transizioni in molti settori quali suolo, energia, industria, edilizia, trasporti, e pianificazione urbana.
  5. Riporta, come messaggio chiave, che le conseguenze di un riscaldamento globale di 1°C sono già visibili e comprendono, tra le altre, l’aumento di eventi meteo estremi, l’innalzamento del livello del mare e la diminuzione del ghiaccio marino in Artico.
  6. Mette in evidenza un numero di impatti dei cambiamenti climatici che potrebbero essere evitati limitando il riscaldamento globale a 1.5°C anziché 2°C o più, quali:
    -Entro il 2100 l’innalzamento del livello del mare su scala globale sarebbe più basso di 10 cm.
    -La probabilità che il Mar Glaciale Artico rimanga in estate senza ghiaccio marino sarebbe una in un secolo invece di una ogni decennio.
    -Le barriere coralline diminuirebbero del 70-90% invece della loro quasi totalità (>99%).

fonte [NASA: https://www.giss.nasa.gov/research/news/20140311/]
Tutto quello che c’è da sapere sul Rapporto illustrato qui graficamente dal CMCC.
Ulteriori approfondimenti sul tema disponibili a questo link .
Rita Lecci