Ieri a proposito del rischio idrogeologico dovuto alla tempesta in Veneto prevista per oggi è stato evocato il dramma del 1966, l’evento alluvionale più importante del XX secolo in Italia per estensione e intensità.
Il dramma vissuto a Firenze ha parzialmente oscurato il resto del disastro.
Infatti se tutti conoscono quello che successe nel capoluogo toscano, solo nel Triveneto è ben fissato nella memoria collettiva quanto è successo in quei giorni. Per questo sarebbe meglio denominare quanto successo come “evento alluvionale della Toscana e dell’Italia di Nord-Est”.
La tempesta:
È comunque vero che la situazione meteorologica attuale ricorda quella dei primi di novembre del 1966: sulla Spagna si formò un’area depressionaria, il cui profondo minimo di 994 hPa provocò una massiccia evaporazione nel Mediterraneo occidentale che nel suo movimento verso est rimase bloccato sull’Italia a causa della presenza di una alta pressione sui Balcani, scaricando quindi sulla penisola tutta la sua acqua; in più la fortissima differenza di pressione fra il Mediterraneo e i Balcani innescò sull’Adriatico venti meridionali caldi ad oltre 100 km/h.
Le Precipitazioni:
Le piogge sono cadute essenzialmente nei versanti montani sopravvento: in Toscana e NordEst furono estreme in continuità, intensità e area investita, mentre nel versante sottovento appenninico sono state molto minori. 200-250 mm di pioggia caddero nel versante appenninico occidentale toscano (15-22% della media annua). In Toscana meridionale piovve ancora di più: ad esempio nel bacino dell’ Ombrone caddero 268 mm a Batignano (il 44% della media annuale); nel NordEst si ebbero fino a 150 mm di pioggia (il 25% della media annua) nei bacini di Adige, Bacchiglione, Isonzo, e Brenta e fino a 300 (il 35%) nei bacini di Piave, Livenza e Tagliamento. Nel frattempo i forti venti spinsero verso nord le acque dell’Adriatico e Venezia registrò una acqua alta record di 1.9 m (in fase di teorica bassa marea!)
La Situazione preesistente:
Le caratteristiche eccezionali di questo evento alluvionale non furono dovute solo all’intensità delle sue precipitazioni della tempesta, ma anche alla situazione delle settimane precedenti, fresche e molto piovose: i suoli erano saturi per cui non potevano più assorbire acqua, le nuove piogge colsero i fiumi con un livello già alto; inoltre i venti meridionali hanno aumentato la temperatura dopo un periodo in cui la quota – neve era stata molto bassa, per cui piovve dove era nevicato, sciogliendo una buona parte del manto nevoso, concorrendo ad aumentare ulteriormente la portata dei fiumi, impossibilitati a ricevere tutta quella acqua.
I danni:
Il computo dei danni fu devastante:
- 800 comuni interessati
- 112 morti
- centinaia di ponti distrutti o danneggiati gravemente
- 10.000 abitazioni danneggiate nelle città
- 12.000 fattorie e case danneggiate
- 50.000 animali morti o abbattuti in seguito per le ferite
- 16.000 macchine agricole distrutte
- Un imprecisato numero di vigneti, foreste e aree agricole danneggiate o distrutte
Bibliografia:
- Malguzzi et al (2006) The 1966 ‘‘century’’ flood in Italy: A meteorological and hydrological revisitation. Journal of Geophysical Research 111, D24106, doi:10.1029/2006JD007111, 200
- https://aldopiombino.blogspot.com/2016/10/per-il-50-del-66-3-anatomia-di-un.html
Aldo Piombino