“It’s like i’m carrying the weight of the world”, sulle note di questa frase termina Nier: Automata. Ma cos’è Nier: Automata? Cosa c’è oltre a quello che viene messo davanti al giocatore e dietro a questa frase? Andiamo a scoprirlo insieme.


Nier: Automata – Photo Credit: wpmisc.com

Prima di addentrarci in quello che seguirà, voglio precisare che questa non è una recensione della perla di Platinum Games del 2017, ma una visione più introspettiva dei temi su cui il gioco vuole far riflettere e delle sensazioni che mi ha lasciato e non c’è miglior momento per parlarne, data la recentissima uscita della Game of the YoRHA edition.

Nier: Automata, per rispondere alla domanda sopracitata, è poesia. Una carezza brutale che ti sbatte in faccia la verità sull’essenza della creazione dell’essere umano, sull’amore e sul senso della vita diluendo il tutto in piccole dosi da assumere a piacimento. Nier: Automata racconta la storia della battaglia tra androidi dediti a proteggere una razza umana ormai scomparsa dalla faccia della terra, ora situata sulla luna e le biomacchine, minaccia dell’ umanità.

Ma questa è solo la superficie di quello che questa poesia ci mette davanti agl’ occhi, andando a scavare abbiamo delle biomacchine che evolvendosi sempre di più hanno iniziato a provare sentimenti, ad emulare in tutto e per tutto i comportamenti dell’essere umano. Allora perchè una macchina, che dovrebbe essere perfetta, vuole, di sua spontanea volontà, essere imperfetta come un essere umano?

Ancora più strano è il fatto che queste biomacchine vadano alla ricerca di amore e approvazione, facendo capire che è quello che l’essere umano cerca costantemente e disperatamente, chiedendosi da dove vengono e da chi sono state create.

“Perchè loro sono un enigma. Hanno ucciso innumerevoli loro simili, eppure sono capaci di un amore incondizionato”, questa citazione di Adam, fratello di Eve, una delle biomacchine più evolute, descrive in poche parole quella che è la vera essenza dell’essere umano, raccontando inoltre, che loro stessi hanno distrutto gli alieni che li avevano creati. A questo punto mi chiedo se noi essere umani siamo poi così diversi da queste biomacchine, dal momento che secondo il Cristianesimo, siamo stati proprio noi a mandare sulla croce il nostro creatore, al di la del fatto che qualcuno possa crederci oppure no.

Anche gli androidi provano dei sentimenti, ma per regola imposta dal corpo d’elite di cui fanno parte, a differenza delle biomacchine non possono esternarli, quindi ecco perchè 2B, l’androide protagonista insieme a 9S, è come se stesse portando il peso del mondo. Dov’è la speranza quando si scopre che si combatte una battaglia inutile? A tal proposito non mi posso dilungare oltre per non incappare in spoiler, ma c’è amore tra i due androidi, un amore silenzioso che nessuno dei due verrà mai a sapere e c’è il cuore pieno di 2B, ragazza che a differenza di 9S sembra essere molto più rigida a occhi non attenti, ma che in realtà segue semplicemente le regole e mai saprà che quelle regole sono solo una bugia.

La poesia che Nier: Automata racconta, ci dice anche che l’essere umano non imparerà mai dai suoi errori cercando di coprirli con bugie che, a loro volta, sono errori ancora più grandi. Si combatte per amore, per una speranza che non esiste ancor prima che la battaglia inizi, ma che ti fanno credere che esista, per essere liberi di poter esternare ciò che si prova e per proteggere qualcosa, anche se non si sa perchè lo si sta proteggendo, per poi scoprire che in realtà non c’era nulla da proteggere.

Glory to mankind!


Nier: Automata – Photo Credit: ign.com

A cura di Andrea Forti

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