Il 25 Aprile, è la festa degli Italiani non di Salvini

Il 25 aprile è un giorno fondamentale per la storia d’Italia e questo lo sanno tutti (o quasi). Da quel giorno, infatti, l’Italia ha voltato pagina, ha cambiato volto, ha posto nuove basi per il proprio futuro.

25 Aprile: ecco perchè si festeggia

Il 25 Aprile è stata scelto come data simbolo per ricordare la liberazione dell’occupazione nazifascista e la fine della Seconda Guerra Mondiale. Senza l’azione degli Alleati e dei partigiani, combattenti di tutte le estrazioni sociali e di vari partiti politici, l’Italia non avrebbe visto la luce, non avrebbe cambiato volto. I Partigiani e coloro che si opposero al regime nazifascista erano parte del Comitato di Liberazione Nazionle, che finita la guerra, partecipò attivamente alla nascita della Repubblica.

Fonte: VVox

Ecco quindi che le radici della nostra Repubblica sono da rintracciare in quella data che ha posto le basi per un nuovo assetto istituzionale. Senza quel fatidico giorno gli italiani non si sarebbero pronunciati sulla scelta tra Monarchia o Repubblica e quel ventaglio di diritti, di cui oggi godiamo e che a volte dimentichiamo, non sarebbe mai esistito. Grazie a quel memorabile giorno le donne possono votare, una Costituzione ci tutela e fissa le libertà di ogni individuo “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”

25 Aprile, Salvini preferisce la Sicilia: “La lotta ai clan è più importante”

Il Ministro dell’Interno, a proposito del 25 aprile, esclama alla fine della festa della polizia: “La lotta a camorra, ‘ndrangheta e mafia è la nostra ragione di vita. Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine nel cuore della Sicilia”. Annuncia così e anche tramite una diretta Facebook la sua assenza nel giorno degli Italiani.

Fonte: VISTA

In questo modo il ministro leghista ha deciso di mettere in secondo piano un anniversario che, oggi più di ieri, ha bisogno di essere ricordato perché lui, come molti altri, è rappresentante, incaricato dai cittadini, della democrazia di oggi che pone le sue radici nel 25 aprile 1945. Questo non è solo una schiaffo ai cittadini italiani che lo hanno supportato nelle elezioni e che, ahimé, continuano a farlo, ma è uno schiaffo ancor più doloroso alla democrazia e alla Carta Costituzionale su cui egli stesso ha giurato. La scelta di fare tappa in Sicilia non è forse dettata dalla necessità di aumentare il proprio consenso in vista delle elezioni amministrative che avranno luogo nei tre giorni successivi? Noi, intanto, da buoni cittadini italiani, che conosciamo il valore di questo anniversario, godiamoci con goia la nostra festa.