Commento sul primo episodio della settima stagione di Orange Is The New Black
Orange Is The New Black 7 è uscito il 26 luglio 2019 sia in America che in Italia sulle piattaforme streaming Netflix e Infinity. Tutti i tredici episodi sono già disponibili, ma ora dedichiamoci ad un’analisi del primo.
La settima e ultima stagione di Orange Is The New Black è uscita e Piper ha lasciato la prigione. Se l’ultima volta che hai visto la serie TV è stata circa un anno fa, quando è uscita la sesta stagione (qui un ripasso), potresti aver avuto qualche problema a riprendere il filo della storia. Dopo una decina di minuti, però, ci si ritrova nuovamente immersi nelle vicende delle detenute. Le scene si alternano tra dentro, in cui la lotta per la sopravvivenza regna sovrana e fuori, dove Piper non si sente ancora del tutto libera.
Piper
Per Piper (Taylor Schilling) è dura tornare ad una vita normale, costretta a innumerevoli controlli e restrizioni. “Ora questa è la mia vita. Non fraintendetemi, sono grata di essere libera e fuori di prigione, ma sto ancora scontando la mia pena”, racconta mentre vediamo i flashback della sua vita prima di Litchfield. È la prima volta che in Orange Is The New Black viene utilizzata la voce fuoricampo di un personaggio che racconta direttamente allo spettatore.
Nel primo episodio Piper si presenta parlando direttamente con noi. Considerando che la serie è tratta da un libro, questa narrazione potrebbe essere l’inizio di un racconto scritto proprio da Piper dopo essere uscita di prigione?
Alex
L’attenzione si sposta su Alex (Laura Prepon), ancora in prigione, che cerca di stare lontana dai guai anche se questi sembrano perseguitarla. Si inizia con quella “simpaticona” di Madison (Amanda Fuller) che la disturba per qualcosa riguardo l’orario di visite.
Alex, in un modo o nell’altro riesce a scavalcare il problema facendo finire la detenuta in massima sicurezza. Solo per pochi minuti i suoi problemi sembrano essersi risolti, ma poi la guardia che collaborava con Madison per il circolo di droga la obbliga a prendere il suo posto e a venderne 20 grammi all’interno della prigione. Dunque, Alex ha provato a stare alla larga dai guai, ma a quanto pare è più difficile di quello che sembra.
Taystee
Rivediamo Taystee (Danielle Brooks) tornare in prigione dopo essere stata dichiarata colpevole per l’omicidio di Piscatella. Suzanne (Uzo Aduba) la vede e la ricorda così: “Un tempo era molto divertente. Sorrideva sempre”, ora Taystee è molto più cupa e tutti la considerano come una bestia.
Per quanto riguarda questa situazione, Cindy (Adrienne C. Moore) viene trattata malissimo perché non ha aiutato l’amica pur conoscendo la verità e ricorda a Suzanne che Taystee non è colpevole. Il discorso di Cindy mi ha fatto sperare che in qualche modo la verità possa ancora venire a galla, anche se sarebbe molto dura ritrattare il caso.
Daya
Una frase di questo primo episodio di Orange Is The New Black, che riassume piuttosto in fretta la realtà, è quella che Doggett (Taryn Manning) che dice a Suzanne mentre sono in cortile: “La prigione è tosta. Anche se io sono un’eccezione perché penso di essere migliorata stando qui, ma quasi tutti peggiorano”.
In effetti se pensiamo all’odio che scorreva tra Piper e Dogget nella prima stagione, possiamo dire che questo personaggio si sia decisamente calmato.
Una delle detenute che invece è completamente cambiata in peggio è Daya (Dascha Polanco). Quello che ha fatto in questo primo episodio è stato sconvolgente: la ragazza non ha più nessun freno e anche se le sue intenzioni non erano quelle di uccidere nessuno, purtroppo è quello che ha fatto.
Voleva solo dare un avvertimento a Daddy (Vicci Martinez), farle capire che non poteva tradirla anche se fosse stato solo per “questioni di affari”. Queste sarebbero le ragioni di Daya, ma la sua azione è decisamente ingiustificabile secondo ogni punto di vista. Non si era neanche resa conto di quello che aveva fatto se non solo dopo aver sentito la guardia dirle che Daddy era morta. Come ha potuto fare questo all’unica persona che, tra quelle mura, teneva a lei?
Altre detenute ed ex detenute
Per pochi minuti vediamo altri volti familiari: Lorna (Yael Stone) e Nicky (Natasha Lyonne) bighellonano in cortile guardando le foto del bambino che la prima ha recentemente partorito. Gloria (Selenis Leyva) e Red (Kate Mulgrew) cercano di farsi forza a vicenda parlandosi da una cella d’isolamento all’altra, ma la seconda sembra in preda allo sconforto come non le era mai capitato.
La storia di Aleida Diaz (Elizabeth Rodriguez) prosegue al di fuori delle mura del carcere. La madre di Daya era già uscita prima della rivolta, nelle stagioni passate abbiamo seguito la sua lotta per ottenere la libertà come sta facendo adesso anche Piper. Aleida, però, non ha perso le sue brutte abitudini e, con l’aiuto di una guardia, contribuisce a far entrare droga all’interno del carcere in cui si trova la figlia. Finirà per indossare nuovamente la tuta arancione o riuscirà a cavarsela? Sicuramente sta facendo un gioco piuttosto pericoloso.
Orange Is The New Black – Un finale pieno di parole non dette
Sul finale Piper e Alex si incontrano nell’orario di visite. La bionda ha fatto i salti mortali per raggiungere la moglie: ha preso l’ennesimo permesso al lavoro, che purtoppo le è costato il licenziamento, si è trovata costretta a chiedere l’aiuto del padre, sopportando il fatto che non volesse neanche guardarla negli occhi. Inoltre abbiamo già detto quello che ha dovuto passare Alex. Per tutto l’episodio avevo il timore che una delle due non sarebbe riuscita a raggiungere l’altra.
Invece riescono a vedersi e a parlare, ma in realtà non si dicono niente. Vorrebbero raccontarsi tutto, lasciarsi andare come quando erano insieme in prigione, ma un po’ per non far preoccupare l’altra e un po’ per il vetro che le separa riescono a dirsi solamente che: “va tutto bene”. Mentre solo nella loro testa pensano a quello che in realtà avrebbero voluto dire.
L’elemento dei pensieri è molto presente nel primo episodio: basta pensare agli ultimi minuti, in cui la routine della prigione sottolinea come, pur essendo circondate da altre detenute, in realtà ci si senta spesso isolate nei propri pensieri.