Forse è il termine “massa” a non essere appropriato. Basta pensare che il Regno Unito – dove questo sport è nato – vanta oltre 3 milioni e mezzo di giocatori/tesserati… ma non sono che il 5,6% della popolazione.
Dove il golf è sport di massa?
Meglio l‘Irlanda dove si arriva all’8,7% con oltre 400mila giocatori; ma anche qui, comunque, non possiamo certo parlare di uno sport di massa. Bisogna anche considerare che la passione in questi Paesi è veramente encomiabile, dato il rigore del clima sui loro links. Il mistero però si infittisce. Subito dopo i paesi britannici, abbiamo la Svezia con il 5,4% e 520mila tesserati; la Danimarca con il 2,8% e 160 mila tesserati ed il Benelux con il 1,2% e 350mila tesserati tutti Paesi non certo famosi per le loro stagioni temperate.
Tanti ma pochi
Scendendo nella classifica delle Nazioni con più praticanti troviamo poi appaiati, come percentuale sulla popolazione, Spagna e Germania entrambi allo 0,7% ma rispettivamente con 340mila e 600mila tesserati. La Francia è poco sotto con lo 0,6% e 420mila tesserati.
E l’Italia? Un disastro! Il numero dei tesserati è in ulteriore contrazione negli ultimi anni, attorno ai 95mila tesserati pari allo 0,015% della popolazione. Altro che Sport di massa: l’Italia conta nel golf quindi solo il 25% dei giocatori francesi che sono gli ultimi -prima di noi- dell’onorevole lista. E pensare che abbiamo anche il clima dalla nostra…
Possibili cause
Evidentemente non si tratta solo di mancanza di eventi di alto profilo ma è una politica di sviluppo carente da anni ed anni ha continuato ad alimentare l’identificazione dei golfisti come sportivi privilegiati. La Federazione – insieme alla maggior parte dei Circoli – stanno focalizzando i loro sforzi sulle competizioni internazionali -con consistenti montepremi – che possano attrarre giocatori di alto livello; ma ciò susciterà l’interesse degli addetti ai lavori e di pochi altri. Non mancano, in aggiunta, promozioni a iosa riservate agli adulti. È necessario invece uno sviluppo più marcato e questo può avvenire solo tramite una seria attività giovanile. Lo stereotipo del golfista con pancia e sigaro, dello sport da pensionati, va assolutamente debellato nonostante l’idea comune sia purtroppo ancora tale e ben radicata. Basta, infatti, osservare una qualsiasi gara di professionisti e si nota subito come siano cambiate le fisionomie dei giocatori: fisici perfetti, statuari e grande resistenza alla fatica fisica (essenziale per contrastare quella mentale che il nostro sport amorevolmente ci riserva).
Ma l’attività giovanile non può concludersi con 2 ore di lezione alla settimana, i ragazzi hanno bisogno di ben altro. Oltre a fare gruppo, serve preparazione atletica, conoscenze alimentari, tecnica e guida costante di un allenatore che non necessariamente deve essere un maestro!
Cosa fare
Una manovra è necessaria: i ragazzi devono essere portati alle gare dai circoli, fintanto che aspetteremo il supporto – ad oggi encomiabile – dei genitori le masse non si muoveranno e dovremo accontentarci solo di chi…può (e ci siamo capiti).
Sarebbe opportuno che la Federazione richiedesse ai circoli di destinare una parte della gestione/fatturato all’attività giovanile: una percentuale attorno al 30/35 %. Sembra tanto? Beh pensate che la quasi totalità delle società sportive di altre federazioni spende quasi tutti i suoi ricavi in partecipazione a gare, allenatori e quant’altro necessario all’attività sportiva che per l’80% è giovanile. Così si diventa sport di massa.
Con organizzazione logistica della squadra per la partecipazione alle gare, i giovani verrebbero sicuramente più stimolati e gli stessi genitori contribuirebbero volentieri anche economicamente (parlando da membro di questa categoria ed essendomi confrontato spesso con i miei colleghi sull’argomento) o come eventuali accompagnatori saltuari. Solo così, forse, potremmo pensare di incrementare significativamente i tesserati nel golf e diventare uno sport un po’ più di massa.
Un’utopia? Può darsi, ma l’alternativa è continuare a credere nelle promozioni sugli adulti (i primi due mesi gratis con cinque lezioni a 90,00 euro) o bearsi della spaghettata dopo le 9 bucherelle all’imbrunire convinti che tutto è e sarà sempre perfetto. Alla faccia delle Olimpiadi appena riconquistate.
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