La località francese di Biarritz ospita i leader mondiali per una due giorni. Sul tavolo numerosi dossier che vanno dagli incendi in Amazzonia alla Brexit, la guerra dei dazi Usa-Cina ed il possibile ritorno della Russia nel G8.
Il G7 di Biarritz, Francia
Al via oggi il G7 nella località francese di Biarritz.
I leader delle sette maggiori economie mondiali si incontrano per discutere di numerosi dossier sulle questioni cruciali della politica internazionale.
Il presidente del paese ospitante, Emmanuel Macron, ha dichiarato di volere un G7 utile e produttivo, ma il summit vedrà affrontati temi divisivi che difficilmente troveranno soluzione durante il meating.
G7: i temi del summit
Il tema al centro del dibattito è la lotta contro le disuguaglianze, ma gli occhi del mondo sono puntati sulla Francia per via delle numerose questioni che fanno discutere l’opinione pubblica internazionale: gli incendi che stanno devastando la foresta amazzonica, la guerra dei dazi tra Usa e Cina, la questione del nucleare iraniano, la brexit, il possibile ritorno della Russia nel G8 e altri.
Il summit di oggi cade nel periodo di massima divisione tra le superpotenze mondiali, e più che un’occasione per pervenire ad accordi tra i vari paesi, quella di oggi sembra più una riunione volta a colmare le distanze che separano gli Usa, l’Ue, la Cina, la Russia e i paesi nordafricani e mediorientali.
Gli ospiti presenti al G7
Oltre al Presidente del paese ospitante, Emmanuel Macron, sono presenti i Presidenti Donald Trump (USA), Angela Merkel (Germania), Giuseppe Conte (Italia), Shinzo Abe (Giappone), Boris Johnson (Regno Unito), Justin Trudeau (Canada) e Donald Tusk (Presidente del Consiglio Europeo).
All’incontro partecipano anche Akinwumi Adesina (Presidente della African Development Bank), Moussa Faki Mahamat (Presidente della Commissione dell’Unione Africana), Cyril Ramaphosa (Presidente della Repubblica del Sudafrica), Roch Marc Christian Kabore (Presidente del Burkina Faso), Abdel Fattah Al-Sisi (Presidente della Repubblica araba d’Egitto), Macky Sall (Presidente della Repubblica del Senegal), Paul Kagame (Presidente della Repubblica del Ruanda), Scott Morrison (Primo Ministro australiano), Pedro Sanchez (primo ministro spagnolo), Narendra Modi (Primo Ministro indiano), Sebastián Pinera (Presidente della Repubblica del Cile), David Lipton (Primo vicedirettore generale del Fondo Monetario Internazionale), José Angel Gurria (Segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), Ricardo Azevedo (Direttore generale dell’Organizzazione mondiale del commercio), David Malpass (Presidente del gruppo della Banca mondiale), Guy Ryder (Direttore generale dell’Organizzazione internazionale del lavoro), Antonio Gutteres (Segretario generale delle Nazioni Unite) Phumzile Mlambo-Ngcuka (Direttrice delle Nazioni Unite e Presidente del Consiglio consultivo per l’ugiaglianza di genere).
Tra gli ospiti non politici saranno presenti i due vincitori del Premio Nobel per la pace, Denis Mukwege e Nadia Murad e la cantante Angélique Kidjo, in veste di sostenitrice del programma “Afawa” che mira a promuovere l’accesso ai finanziamenti per programmi di sostegno alle donne in Africa.
Il pranzo di Macron e Trump
Nella giornata di ieri, prima del via del al summit, i Presidenti Macron e Trump si sono incontrati a pranzo per discutere di alcune questioni tra le quali la minaccia degli Usa di imporre dazi sulle importazioni dei vini francesi e le questioni nucleari della Corea del Nord e dell’Iran, oltre che dei dossier su Siria, Ucraina e Libia.
Pur nelle divisioni, i due leader hanno manifestato ottimismo in vista degli incontri, con Trump che ha dichiarato:
“Penso che otterremo molto questo weekend. […] Io e Macron abbiamo molto in comune e siamo amici da tempo, ricordiamo tutti la cena alla Tour Eiffel che è stato un buon inizio”.
Gli incendi della foresta amazzonica
Il Presidente Macron ha manifestato l’auspicio che il vertice sia “eco-responsabile”, evidenziando la centralità della lotta all’inquinamento e della salvaguardia dell’ambiente.
Proprio in relazione a quest’ultimo punto, nel corso del vertice si discuterà del tema della deforestazione, con particolare riguardo alla situazione del Brasile, che vede da giorni la foresta amazzonica vittima di incendi numerosi ed estesi che stanno destando preoccupazione in tutto il mondo.
Il Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha accusato Macron di strumentalizzazione della questione interna al paese sudamericano per vantaggi politici personali e di attuare una mentalità colonialista.
Mentre il Presidente brasiliano ha annunciato l’intenzione di inviare l’esercito per fronteggiare la crisi ambientale in atto, in Europa la discussione si è allargata fino a comprendere il Trattato di liberalizzazione commerciale e degli investimenti tra Europa e Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay).
Il Presidente francese Macron ha ventilato l’ipotesi di un dietro front sulla ratifica del trattato, giustificata dal comportamento di Bolsonaro che, secondo Macron, ha mentito sugli impegni del Brasile in favore del clima.
Tuttavia, l’Ue rimane intenzionata a ratificare il trattato, seppur formulando le dovute considerazioni.
Il Presidente del Consiglio Europeo, Donald Trusk, ha affermato che l’Ue sostiene l’accordo ma “una ratifica armoniosa è difficile da immaginare fino a che il governo brasiliano permetterà la distruzione dei polmoni verdi del pianeta”.
Anche tutti gli altri leader, dal Presidente Conte al Cancelliere tedesco Angela Merkel hanno esternato le proprie preoccupazioni circa la situazione amazzonica ed hanno invocato una task force internazionale a sostegno del paese brasiliano.
La Brexit
Al vertice partecipa, per la prima volta, Boris Johnson, Primo Ministro Inglese. Al centro del dibattito la questione della Brexit.
Il 31 ottobre è la data prevista per l’uscita del Regno Unito dall’unione europea e ad oggi, nonostante gli anni di lavoro, ancora non si è riusciti a siglare un accordo.
Si fa sempre più concreta l’ipotesi di un “No deal”. Nello specifico, i lavori sembrano essere difficoltosi anche e soprattutto per la questione del backstop sull’Irlanda, meccanismo con il quale il Regno Unito rimarrà nell’unione doganale fino alla determinazione di un accordo che disciplini la questione, a condizione però che si arrivi ad un accordo tra Ue e Regno Unito.
Il backstop è di centrale importanza in relazione alla situazione irlandese, con un paese che nei decenni scorsi è stato segnato da sanguinose lotte interne e che ritornerebbe diviso se non dovesse giungere l’accordo tra Ue e Regno Unito.
I deputati britannici contrari all’accordo a cui erano giunti l’Ue e l’ex Premier Teresa May, considerano il backstop come una scappatoia non risolutiva della questione dei confini tra Ue e Regno Unito.
Il ritorno della Russia nel G8
Durante il G7 si discuterà anche del possibile ritorno della Russia nel G8, come era stato suggerito, un anno fa, dal Presidente Trump. Le cause dell’esclusione della Russia dal summit sono da rinvenire nella controversa annessione della Crimea alla Russia.
Trump ha dichiarato che l’annessione della Crimea era parzialmente giustificata e che la comunità internazionale dovrebbe accettare lo stato delle cose.
Sul punto è intervenuto il Presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, che ha dichiarato:
“In nessuna condizione possiamo essere d’accordo con questa logica. […] Primo: i motivi per cui la Russia non è stata più invitata dal 2014 sono ancora validi. Inoltre, ci sono nuove ragioni, come la provocazione russa sul Mar d’Azov. Secondo: quando la Russia fu invitata per la prima volta al G7, si credeva che avrebbe seguito la strada della democrazia liberale, dello Stato di diritto e dei diritti umani. C’è qualcuno tra noi che può dire con piena convinzione, non per calcoli d’interesse, che la Russia è su quella strada? Oggi cercherò di convincere i miei interlocutori che sarebbe meglio invitare l’Ucraina, ovviamente come ospite, alla prossima riunione del G7, per sentire l’opinione del nuovo presidente. Ne ho parlato con lui due giorni fa e so che sarebbe molto interessato”.
La guerra dei dazi tra Usa e Cina
Durante il summit tra i leader delle potenze mondiali ci sarà spazio per discutere di altri temi cruciali che stanno dividendo la comunità internazionale.
Sul tavolo anche il dossier sulla guerra dei dazi tra Usa e Cina: il governo cinese ha, infatti, annunciato ulteriori tariffe su 75 miliardi di merci Usa, mentre Trump ha già dichiarato che le tariffe su 300 miliardi di merci cinesi saliranno dal 25% al 30%; in aggiunta, il Presidente americano ha chiesto a tutte le imprese americane che operano nel paese del Dragone di “riportare a casa le produzioni”.
Il Presidente Trump non è intenzionato a calmare gli animi, anzi il tycoon ha rincarato la dose definendo “vergonoso” il comportamento della Cina, pur dichiarando che “Con la Cina stiamo parlando. […] penso che vogliano fare un accordo più di quanto lo voglia io, quindi vediamo quello che succederà”.
Il Premier Conte ad al-Sisi: servono risultati sul caso Regeni
Il Premier dimissionario, Giuseppe Conte, ha incontrato il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi per chiedere passi avanti nel caso dell’omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore trovato morto al Cairo il 3 febbraio 2016.
Sul punto, Conte ha ribadito la “determinazione del governo italiano, interprete dell’opinione pubblica, a chiedere effettivi risultati dalle indagini sul caso di Giulio Regeni”.
Dal canto suo, il Presidente al-Sisi ha assicurato l’impegno dell’Egitto a continuare gli sforzi per scoprire le circostanze dell’omicidio e portare i responsabili davanti alla giustizia.
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