Economia in rosso e progressiva perdita economico-industriale.
È l’Istat la fonte dei dati dai quali traspare il triste e progressivo calo nella produzione industriale.
Flessione dello 0,7% sia su base annua sia in relazione alle statistiche del mese di luglio 2018.
Quadro desolante per tutti i settori di attività in particolar modo il calo della produzione industriale dove si registra un calo per i beni strumentali, escluso invece è il settore dell’energia.
Nel mese di luglio la produzione su base annua di autoveicoli ha subito un ribasso del 14%, ancora maggiore era stata la perdita per il mese di giugno.
Per il quinto mese consecutivo l’indice è in flessione.
Per il trimestre maggio-giugno-luglio il calo registrato è stato dello 0.3% rispetto al trimestre precedente.
Rispetto al mese di giugno l’unico indice destagionalizzato in positivo è stato quello del settore energetico (+1,3%).
In ribasso i beni strumentali (- 1,6%), i beni di consumo (- 0,3%) e i beni intermedi (- 0,2%).
Per gli effetti di calendario su base annua gli indici dimostrano un incremento tendenziale per l’energia che cresce del 5%.
Settori in leggero rialzo e settori in forte perdita
Variazioni tendenziali positive si registrano tra i settori di attività economica quali le industrie manifatturiere, le forniture di energia elettrica, gas, vapore e aria il cui incremento ammonta al 6,4%, + 5,1% per la produzione di prodotti petroliferi raffinati.
Le flessioni più consistenti riguardano la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a (- 6,9%), le industrie tessili, di abbigliamento, pelli e accessori che perdono il 6,1%.
Triste il quadro anche per i produttori di articoli in gomma, materie plastiche e minerali non metalliferi il cui rincaro si aggira al 3%.
Stime e speranze infrante
Deluse quindi le previsioni degli analisti che invece del recupero tanto atteso si sono dovuti fronteggiare con l’amaro confronto con l’anno passato che da ben cinque mesi è in negativo.
È il governo Conte bis a promettere manovre di Bilancio in grado di risollevare il paese verso un futuro di crescita e sviluppo sostenibile, seppur si sia inseriti in un contesto macroeconomico internazionale incerto e poco rassicurante.
Manovre politiche e necessità di intervento in un panorama europeo incerto
In occasione della richiesta di fiducia alla Camera, le parole del Presidente del Consiglio prospettano un percorso difficoltoso ma necessario.
Di ostacolo all’Italia è anche l’andamento internazionale che vede una Germania in forte rallentamento.
Proprio allo stato tedesco è diretto una buona parte del nostro export che include componenti e semilavorati distribuiti in tutto il mondo.
Dalle statistiche Istat traspare una debolezza che si protrae ormai da troppo tempo e rischia di minare il risultato del PIL.
Paolo Mameli, analista di Intesa San Paolo, sulla base dei dati ufficiali spiega che oltre alla pessima stima del terzo trimestre, a seguito della già preoccupante stagnazione che si è vista protagonista del secondo periodo dell’anno, il rischio che si prospetta all’orizzonte è che la stagnazione si protragga più del previsto.
“Pessimo inizio per il terzo trimestre” sono state le parole del Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona.
Produzione ribassata del 19% rispetto alle statistiche precrisi dell’anno 2017.
Forte allarme tra i consumatori che dichiarano senza più dubbi la recessione italiana.