Le regionali in Umbria rappresentano un banco di prova decisivo per il nuovo governo. Il centrodestra parte favorito, ma la crisi della Lega ed il “patto civico” di Luigi di Maio potrebbero sparigliare le carte di questa importante partita.
Se fosse una sfida di poker potremmo dire di essere al momento dell’All in. Le elezioni regionali in Umbria del prossimo 27 ottobre segneranno inevitabilmente le sorti del nuovo esecutivo.
Una sconfitta dei partiti che compongono la maggioranza di governo metterebbe il Conte 2 in serie difficoltà, facendone esplodere le contraddizioni interne, soprattutto all’indomani della scissione renziana.
Una loro vittoria, invece, certificherebbe definitivamente il declino di Matteo Salvini e farebbe emergere i contrasti che già serpeggiano tra le fila dell’opposizione.
Per ora il leader della Lega ed il centrodestra sembrano avere in mano le carte migliori. Tuttavia lo scossone post crisi e l’iniziativa del “patto civico” proposta da Luigi di Maio ai partner di governo potrebbero regalare sorprese impreviste.
Europee 2019: La lega vola anche in Umbria e traina il centrodestra
I dati delle ultime elezioni europee in Umbria hanno confermato quello che è stato il trand a livello nazionale fino a prima della crisi di governo. Anche nella storica regione rossa il partito di Matteo Salvini ha ottenuto il primato assoluto.
La Lega ha infatti raccolto il 38,18% delle preferenze, il 18% in più rispetto alle politiche 2018. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno totalizzato rispettivamente il 6,58% ed il 6,42%. Sommando queste percentuali, il centrodestra unito supera la soglia del 50%.
Il PD è stato il secondo partito più votato nella regione del centro Italia, ottenendo il 23,98% dei voti, in flessione di quasi 1 punto percentuale rispetto alle elezioni politiche. Il grande sconfitto è stato senza dubbio il M5s, passato dal 27,52% del 4 marzo al 14,63% delle europee. La Sinistra si è fermata invece al 2,1%.
I voti dei partiti dell’attuale area di governo raggiungono quindi il 40%, un risultato nettamente inferiore rispetto a quello del centrodestra unito.
L’effetto post crisi e la carta del “patto civico”: gli assi nella manica del governo
La situazione politica è però molto cambiata rispetto a quella che faceva da sfondo all’ultima tornata elettorale. La crisi di ferragosto ha restituito un’immagine del leader leghista piuttosto appannata. Gli effetti si sono visti immediatamente. La Lega ha perso terreno rispetto al mese di luglio.
Sebbene secondo autorevoli sondaggisti il calo che ha colpito la Lega non sia ancora tendenziale, gli effetti della crisi di ferragosto potrebbero avere il loro peso anche sul voto umbro.
L’altro fattore che potrebbe ribaltare l’esito delle urne è quello del “patto civico” proposto da Luigi Di Maio. Il progetto del capo politico del MoVimento è quello di correre alle elezioni sostenendo un presidente civico. Ciascun partito della coalizione correrebbe con il proprio simbolo, a sostegno però di un programma comune.
Sfumare le identità di partito mettendole a servizio di un nome radicato sul territorio è una strategia che può aumentare di molto le probabilità di successo. Soprattutto avrebbe il vantaggio di relegare sullo sfondo il grave scandalo della sanità che ha colpito il PD a livello locale.