Bisognava fare punti per cancellare la sconfitta con l’Inter e mantenersi nelle zone alte della classifica. Dopo il caso Immobile e le varie critiche per il turn over, Inzaghi contro il Genoa schiera per dieci undicesimi la formazione tipo e fa bottino pieno superando il Grifone per quattro a zero
Quando capita di vivere momenti delicati è meglio ripartire da poche certezze invece di avventurarsi in esperimenti che non offrono la certezza di un esito positivo. Questo il ragionamento che probabilmente ha guidato Simone Inzaghi nella scelta della formazione che ha sbaragliato il Genoa e consegnato alla Lazio la terza vittoria in campionato.
Davanti a Strakosha, confermata la difesa titolare; in mezzo, ad eccezione di Marusic che ha sostituito Lazzari, spazio alla “Lazio fantasia” con Correa pronto a rifinire per Immobile.
Per tranquillizzare gli animi in una piazza come quella romana poco paziente ai cali di rendimento il tecnico piacentino ha optato per la via della quasi sicurezza. Una scelta che ha premiato seppur dimostrando come la Lazio abbia sempre bisogno dei suoi uomini migliori i quali, inoltre, devono essere in forma ottimale.
Le chiavi del successo di Simone Inzaghi: stop turn over e concentrazione alta
Lo aveva detto Strakosha nell’ intervista pre gara ai microfoni del canale ufficiale biancoceleste e così è stato: “Dobbiamo essere concentrati e vincere“. Due imperativi semplici da pronunciare, ma non facili da mettere in atto, soprattutto dopo le ultime uscite dove alcune volte la tenuta mentale è rimasta negli spogliatoi.
Per far tornare a sorridere il pubblico dell’Olimpico Inzaghi dimentica per un attimo il tour de force dei suoi ragazzi e si gioca tutte le carte fin da subito: tutti dentro con l’obbligo di chiudere il prima possibile la questione.
Ed in effetti il copione della gara viene rispettato in tutte le sue sfaccettature. La Lazio va in vantaggio, subisce il ritorno del Genoa, poi raddoppia e prende il sopravvento nei secondi quarantacinque minuti mostrando nei confronti dell’avversario uno strapotere non indifferente.
Approfondendo l’analisi, anche la scelta di Marusic non sa di scommessa: nell’unica chance da titolare avuta contro il Parma il montenegrino ha dimostrato di meritare, al pari di Lazzari, una maglia da titolare riuscendo anche ad andare a segno. Anche ieri sulla fascia destra ha rappresentato un pericolo costante per gli uomini di Andreazzoli non sempre in grado di arginarlo a dovere.
Sotto il profilo della concentrazione Immobile and co. hanno mostrato progressi interessanti. Siglato l’1-0 sanno soffrire ed attendere giusto per raddoppiare. Nella seconda frazione, vero Tallone di Achille di questo inizio di stagione, non si rilassano e rimangono compatti. Prima contengono le sfuriate genoane, poi riprendono in mano il pallino del gioco e regalano all’Olimpico un pomeriggio di divertimento.
Affidarsi alle prime linee e mantenere sempre alta la tensione: Inzaghi ha trovato la ricetta del successo.
Azionare il talento
Ai primi due ingredienti per ottenere la vittoria va aggiunto quel tocco di imprevedibilità rappresentato semplicemente dal talento naturale capace di rendere tutto più semplice.
Simone Inzaghi ha ritrovato i senatori che nelle ultime uscite si erano un po’ persi per strada: Leiva ha preso le chiavi del centrocampo, Milinkovic ed Immobile sono tornati quelli di inizio stagione. Se a questi poi aggiungiamo un Luis Alberto sempre più vicino ai livelli di due stagioni fa ed uno Strakosha molto reattivo e bravissimo a non far tornare in partita il Genoa, il successo è assicurato.
Per di più, in un pomeriggio perfetto, anche la prova non proprio positiva di Correa uscito ad inizio ripresa passa in secondo piano grazie ad un Caicedo entrato determinato a fare bene e capace di trovare la rete del tre a zero in grado di tagliare del tutto le gambe ai liguri.
L’aquila vola in alto, sorretta dai suoi leader che ieri si sono dati appuntamento all’Olimpico.
Simone Inzaghi e Immobile: un goal per fare pace
Altra nota di colore molto importante è senza dubbio la definitiva pace fatta tra Immobile e Simone Inzaghi dopo la reazione alla sostituzione con il Parma e l’esclusione dall’inizio con l’Inter.
Ritrovata la maglia da titolare, Ciro si è mostrato fin da subito voglioso di dare il massimo. Prima ha servito l’assist per il vantaggio di Milinkovic, poi si è messo in proprio e ha firmato il definitivo quattro a zero. Una rete pesante non tanto per il corso della gara, ma per l’esultanza che ha generato con il bomber campano corso in panchina ad abbracciare il tecnico piacentino come segno di un feeling ritrovato.
Inzaghi ha bisogno del miglior Immobile e la lezione di San Siro sembra essere servita al numero 17 laziale il quale ieri ha preso in mano il reparto offensivo guidando alla vittoria i suoi compagni.