Il Campidoglio vuole incontrare le donne che vivono a Lucha y siesta ma non vuole far proseguire il progetto

Un invito convocato repentinamente e rinviato tre volte nel giro di due giorni con continui cambi di orario.

È quanto è successo alle donne di Lucha y Siesta, che hanno ricevuto un invito verbale dalla Delegata alle Pari Opportunità del Campidoglio Lorenza Fruci.

La delegata ha preannunciato un “saluto” della Sindaca indirizzato alle donne che vivono nella casa e aperto poi esclusivamente a due attiviste operatrici.  

“Se le istituzioni ci vogliono sole e divise…”

Per le attiviste della casa “non è più accettabile l’immobilismo e l’inerzia di un’amministrazione pubblica mentre le donne continuano a morire“.

Bisogna lavorare per trovare delle soluzioni concrete atte all’aiuto delle donne per assicurare alla città di non perdere una risorsa fondamentale.

Per la Raggi “Lucha y siesta non esiste”

Se sono vere le parole della Sindaca dette presso l’Accademia Popolare dell’Antimafia e dei diritti AP, si faccia garante della trasparenza e del valore di quanto già presente in Via Lucio Sestio 10

Il Comitato “Lucha nella città” è composto da oltre mille membri e cinquanta associazioni. La Casa delle donne, invece, è attiva da oltre 11 anni e mira al contrasto della violenza maschile su donne e minori.

Negli anni si è sperimentato il binomio fra bisogno individuale e presa in carico dei servizi sociali, chiave fondamentale per far partire un progetto capace di essere inserito nella società e per la società.

Legalità e Lucha y Siesta

Fa o non fa parte della “legalità” rispettare le forme di rappresentanza che cittadine e cittadini scelgono di darsi? si chiedono le attiviste.

La necessità di coinvolgere l’intero Comitato e non solo le singole donne nasce dalla volontà di veder riconosciuto il progetto della casa rifugio e centro antiviolenza che non può essere ridotto solo ed esclusivamente ai posti letto.

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