Stefano Cucchi è stato ucciso dai carabinieri. È quanto emerge dalla sentenza dei giudici della prima Corte d’Assise di Roma che hanno condannato a 12 anni per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro. Assolto Francesco Tedesco
La sentenza sul caso Cucchi
Dopo dieci anni di indagini, false testimonianze e verità nascoste, è arrivata una storica sentenza dei giudici della Prima Corte d’Assise di Roma. Stefano Cucchi è stato brutalmente pestato dai carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro, condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale. È stato dunque un brutale pestaggio a causare la morte del giovane geometra romano il 22 ottobre 2009 in carcere, dieci giorno dopo la notte del suo arresto.
“E’ finito un incubo”, ha detto il carabiniere Francesco Tedesco che è assolto per l’omicidio Cucchi e che aveva indicato rompendo il silenzio con la sua incredibile testimonianza i responsabili e aveva ammesso di aver assistito al pestaggio dopo le falsità dichiarate nel 2009 per cui è stato condannato.
Condannato anche l’ex comandante di stazione degli imputati Roberto Mandolini. Tre anni e mezzo per aver manomesso le relazioni di servizio sull’arresto di Cucchi per proteggere i colpevoli e per la falsa testimonianza nel precedente processo contro i tre agenti di polizia penitenziaria accusati della morte del giovane geometra romano e ora presenti in aula come parti offese. 4 prescrizioni e l’assoluzione della dottoressa Stefania Corbi invece per quanto riguarda i medici dell’ospedale Pertini coinvolti.
Il baciamano del carabiniere
“Stefano è stato ucciso, questo lo sapevamo e lo ripetiamo da 10 anni. Forse ora potrà risposare in pace”, ha commentato Ilaria Cucchi dopo la lettura della sentenza e dieci anni di battaglie alla ricerca della verità sulla morte del fratello. Un carabiniere presente in aula le ha baciato la mano perché “finalmente dopo tutti questi anni è stata fatta giustizia”, ha detto per spiegare il suo gesto.
“Abbiamo manifestato in più occasioni il nostro dolore e la nostra vicinanza alla famiglia per la vicenda culminata con la morte di Stefano Cucchi. Un dolore che oggi è ancora più intenso dopo la sentenza di primo grado della Corte d’Assise di Roma che definisce le responsabilità di alcuni carabinieri venuti meno al loro dovere, con ciò disattendendo i valori fondanti dell’Istituzione”, ha fatto sapere il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri. Ora la battaglia per la verità sulla morte di Stefano Cucchi si sposta in corte d’Appello dopo che le difese degli imputati condannati, i quali si ritengono innocenti, hanno deciso di fare ricorso contro la sentenza.