Si ricorda oggi il ventisettesimo anniversario dalla scomparsa di Audrey Hepburn, una donna per la quale non è assolutamente eccessivo parlare di icona del Novecento.

Audrey Hepburn morì a 63 anni nella località svizzera di Tolochenaz, dove stava ricevendo assistenza medica per combattere un tumore. Prima di lasciarci, tuttavia, l’attrice inglese ha potuto comparire un’ultima volta in Always – Per Sempre (1989) di Steven Spielberg, dove fatalmente interpreta il ruolo di un angelo chiamato a guidare l’anima smarrita del pilota Richard Dreyfuss. E non poteva essere un diverso ultimo ruolo per una donna portatrice di una grazia e un’eleganza del tutto ultraterrene.

ey Hepburn ritratta da Milton Greene - Photo Credits: © JOSHUA GREENE
Audrey Hepburn ritratta da Milton Greene – Photo Credits: © JOSHUA GREENE

Audrey Hepburn : Bio e filmografia

Di origini inglesi, nasce a Ixelles (Belgio) nel 1929 e vede segnata la giovinezza dagli stenti patiti durante la Seconda Guerra Mondiale, trascorsa semi-clandestinamente in Olanda. La scarsa nutrizione di questa fase, si dice che ne abbia influenzato la corporatura, rendendo la sua figura esilissima e ponendo sul suo sguardo un velo di malinconia perenne. Proprio durante la permanenza ad Amsterdam si affaccia al mondo della recitazione e, nel 1952, ottiene i suoi primi ruoli al cinema, tra cui Vacanze Romane.

La sua intensità la porta, infatti, a ottenere il ruolo della principessa in questa immortale commedia di William Wyler, dove forma una coppia indimenticabile con Gregory Peck. L’interpretazione le valse il suo unico Oscar come Miglior Attrice Protagonista nel 1954, seguito da quattro nomination a cominciare per Sabrina (1955), La storia di una monaca (1960), Colazione da Tiffany (1962) e Gli Occhi della Notte (1968). Poche donne, prima e dopo di lei, hanno saputo incarnare un tale riferimento in termini di classe ed eleganza femminili.

Audrey Hepburn, inoltre, non è mai diventata una figurina o un’icona astratta, ma ha avuto una carriera eclettica e di prestigio, offrendo prove recitative vibranti e di spessore. In Colazione da Tiffany, ad esempio, costruisce una personaggio sfiorito e ironico ma, con la sua purezza e la sua malinconia, rende impossibile per lo spettatore immaginarla come una prostituta d’alto bordo quale è nel film.

Audrey Hepburn sul set del film "Sabrina", diretto da Billy Wilder. New York, New York, USA. 1954. Photo Credits: © Dennis Stock/Magnum Photos
Audrey Hepburn sul set del film “Sabrina”, diretto da Billy Wilder. New York, New York, USA. 1954. Photo Credits: © Dennis Stock/Magnum Photos

L’impegno civile

Riceverà dall’Academy, seppur postumo, anche il Premio Jean Hersholt nel 1993, non per un suo film ma per il suo enorme impegno alle cause umanitarie. L’attrice, infatti, è nota per essersi impegnata in prima linea come testimonial dell’UNICEF, adoperandosi in innumerevoli campagne dedicate alla lotta contro la malnutrizione e la mortalità infantile.

La forza divistica di Audrey Hepburn si mantiene tuttora radiosa, incarnando un sentimento di purezza morale più che estetica, rendendo superfluo qualsiasi aggettivo da dedicare alla sua persona.