Novembre e poesie, tre componimenti d’autore per bambini: Moretti, Caldarelli e Betti

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Di Stella Grillo

Nello spazio dedicato alla Letteratura per l’Infanzia, tre componimenti d’autore su Novembre; il mese corto e autunnale per eccellenza che precede l’inverno.

Novembre e poesie: il mese descritto da Marino Moretti

Novembre poesie
Photo Credits: tramundi

L’undicesimo mese dell’anno, Novembre, quello più breve, più tetro e freddo. Precede la gioia del Natale, seppur porti con sé la tristezza del ricordo di chi non c’è più. Molti poeti hanno dedicato versi a questo mese così ambivalente; Marino Moretti, fra i maggiori poeti italiani della corrente crepuscolare, scrive di Novembre come un mese gonfio di pioggia, pensoso e tacito:

A tratti versa qualche goccia il cielo,
qualche piccola lacrima smarrita
e la selva si scuote irrigidita
in un subito brivido di gelo.
Il colchico nei luoghi più deserti
poggia pensoso, e sotto i pioppi lunghi
sorgono, nel silenzio umido, i funghi,
che tengono sempre i loro ombrelli aperti;
e nei giardini taciti e negli orti
nascon, quasi piangendo, i fiori estremi,
i crisantemi per i nostri morti.

Lo scenario è quello tipico di una giornata autunnale; il cielo versa qualche goccia di pioggia, che Moretti paragona a una lacrima smarrita: simbolo di Novembre, il mese in cui si ricordano i morti. Tutto è rigido e avvolto dalle gelate; la natura è sopita e così i suoi abitanti. Il colchico è sonnolente, i funghi crescono nel silenzio umido, sotto i pioppi. Anche gli orti e giardini sono avvolti da una quiete imperturbabile dove, intanto, quasi ad assoggettarsi al contesto, alla stagione e allo stesso Novembre, crescono i crisantemi: i fiori che, usualmente, si utilizzano per omaggiare i defunti.

Vincenzo Cardarelli, Novembre

Questa poesia di Vincenzo Cardarelli, poeta le cui opere spesso trattano di mesi, susseguirsi di stagioni, cicli e natura, descrive l’undicesimo mese dell’anno con più minuzia:

C’è un giorno che tutte le formiche escono dal bosco
a fare il fascio per l’invernata.
Sopraggiungono, di lì a poco,
le lunghe piogge autunnali,
simili a un gran pianto dirotto, interminabile.
È un pianto che sgorga a fiumi, a torrenti,
fa crescere il lago, solca le strade, rovina i ponti
e dilaga per i campi ostinatamente verdi.
I muri si ricoprono di vellutina.
Quando più nessuno se l’aspetta,
un sole freddoloso, più prezioso dell’oro vecchio,
torna poi, ogni mattina,
a trovare le foglie gialle d’acacia
che piovono ancora sui davanzali,
le foglie secche dei platani
che il vento trascina lungo i viali.

Novembre, foriero dei mesi più freddi che attenderanno, è annunciato dal piccolo e laborioso popolo che abita i boschi; le formiche escono a far provviste per l’inverno e, di lì a poco, le piogge autunnali sopraggiungono torrenziali, simili a un pianto dilagante nei campi che ancora, a sprazzi, si ostinano a essere verdi. Ai muri si inerpica il muschio, la pianta ornamentale per i decori natalizi, tipica di questo periodo dell’anno; l’oro del sole ritorna ogni mattina nella sua preziosità e, seppur freddoloso, illumina con i suoi deboli raggi le strade e le foglie colorandole di giallo: sono le foglie dei platani o d’acacia ormai smorte e trascinate dagli algidi venti autunnali, lungo i viali.

Ugo Betti e la dolcezza del penultimo mese dell’anno

Ugo Betti è stato un drammaturgo e poeta italiano, fratello del noto giurista Emilio Betti. In questa poesia, il poeta descrive il mese di Novembre con dolcezza e placidità, paragonandolo alla chiarezza del mese di aprile, in cui la primavera avanza in tutto il suo tepore e la sua mitezza:

Schiarita di Novembre,
al tuo breve sereno
già il camposanto di fioretti è pieno.
Di solingo giardino
quasi marmoree panche,
aspettano le tombe al sole, bianche.
L’erba, che ai sonni invita,
come d’aprile è folta;
gonfiano le radici un’altra volta.
Come d’aprile sia tornato
e l’amoroso affanno,
dentro la terra i morti crederanno.
Schiarita di novembre,
al pallido sereno
il camposanto di fioretti è pieno.

Anche in questa poesia, vi è un preciso riferimento all’illusoria estate di San Martino: quei giorni di Novembre dove il sole sembra più chiaro e le giornate più tiepide. Non casualmente, Betti, sottolinea questo momento fugace come un ”breve sereno” che tocca a Novembre, mese gelido per eccellenza, in più contesti. Le schiarite temporanee illuminano i camposanti pieni di fiori, poiché, quest’ultimo, è anche il mese dedicato al ricordo di chi non c’è più. Ecco i muti giardini e le bianche tombe che sembrano vivificarsi a questa luce illusoria. Sembra quasi aprile, mese di rinascita: una velleità luminescente che farà credere ai morti, dentro la terra, che è sopraggiunta la stagione primaverile. Tuttavia, è un pallido sereno, fuggevole e sognante: quello che Novembre arreca nelle sue giornate chiare ma brevi.

Stella Grillo

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